TAV Torino-Lione: mancano i soldi sia in Italia che in Francia!
[30 ottobre 2014]
Il movimento NO TAV se la prende con il vicepresidente della Commissione trasporti del Senato, Stefano Esposito (Pd), che ieri in un’intervista a La Repubblica denunciava che la spesa prevista per l’Italia per realizzare la TAV Torino-Lione – come svelato dal Sole24Ore alcuni giorni fa – è passata da 2,9 miliardi a 7,7 miliardi ed annunciava di aver chiesto un’audizione urgente dei vertici di Ferrovie e del ministro alle infrastrutture, Maurizio Lupi. Esposito, da sempre sfegatato sostenitore della TAV dice sconsolato: «Se le cifre sono queste io chiedo al governo di sospendere i lavori, rinunciare all’opera e pagare le penali alla Francia».
I NO TAV non rinunciano all’ironia contro quello che chiamano il “Borghezio del PD”: «Scopre che i costi del tav sono insostenibili e han fatto la cresta senza che lui sapesse niente. Ingenuo? Malinformato? Troppo impegnato sui social network? Chissà, sta di fatto che il senatore Pd gioca questa mossa e che conoscendolo userà per avere più rassicurazioni sulla linea dei suoi sogni. Intanto per non sbagliare indossa i braccioli, si sa mai che la nave affonda a breve!».
In effetti l’impressione dell’abbandono nave è forte: lo stesso Esposito in una successiva intervista al Manifesto che gli chiede se abbia cambiato idea e se avessero ragione i No Tav, risponde: «Non l’ho mai considerata indispensabile a prescindere dai costi. È un’opera che serve all’Italia ed è assolutamente importante, ma a patto che non salti il rapporto virtuoso tra costi e benefici. Era previsto che la tratta transfrontaliera costasse 2,9 miliardi di euro. Ora viene fuori un accordo di programma tra ministero dei Trasporti e Rfi, di cui nessuno era a conoscenza, men che meno il Parlamento. Allora, mi chiedo chi abbia, invece, calcolato i nuovi altissimi costi? Quale tasso di inflazione sproporzionato sia stato utilizzato e quanti oneri finanziari aggiunti? Chi è il responsabile di questi numeri in libertà?»
A dire il vero, ambientalisti, NO TAV e amministratori locali avevano più volte detto che i calcoli erano sbagliati e che quell’opera sarebbe costata molto di più, ma erano stati fatti passare per fantasiosi facinorosi. Ma Esposito risponde così addirittura alle obiezioni di Michael Cramer, presidente della commissione trasporti del Parlamento europeo, che ha detto che il finanziamento Ue del 40% non è garantito: «Cramer non conta un piffero. Voleva solo soddisfare i No Tav». Forse un po’ troppo liquidatorio, visto quello che ha scoperto il senatore nelle carte del governo che sostiene…
I NO TAV ricordano che il 23 ottobre la Corte dei Conti francese ha presentato il “rapport sur la grande vitesse ferroviaire” che analizza la redditività e le condizioni finanziarie della rete ferroviaria ad alta velocità sul territorio francese e dal quale emerge che « La bassa redditività della rete TGV continua a indebitare le società ferroviarie e lo Stato. L’Europa non ha pianificato una rete ferroviaria che copra capillarmente e organicamente il continente, finendo per concentrarsi ossessivamente soltanto su progetti come la Torino-Lione».
Il rapporto della Corte dei conti francese sottolinea inoltre che «L’alto livello di indebitamento di Réseau Ferré de France (RFF) gli impedisce di finanziare l’avvio di nuove linee . Inoltre, la sospensione dell’eco.tassa, dalla quale l’Agence de financement des infrastructures de transport de France (Afitf) doveva ricevere il prodotto, priva quest’ultima di risorse, mentre non era già stata in grado di onorare i suoi impegni di bilancio nel 2013. I finanziamenti TAV già decisi non sono quindi assicurati».
Per la Torino-Lione sembra mettersi davvero male e il progetto, che ha diviso l’Italia ed è costato scontri e divisioni nella Val di Susa, rischia una fine ingloriosa che qualcuno vorrebbe però tristemente silenziosa, come quella dell’ormai fallita Autostrada Tirrenica, che sembra essere diventata figlia di nessuno.
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