di Paolo Cacciari*
Le vera democrazia? Ad estrazione. L’affermava Aristotele, la facevano nella Repubblica Serenissima per eleggere il Maggior Consiglio, la pensava Montesquieu per realizzare una vera uguaglianza e la praticano oggi a Rivalta per elaborare il Bilancio con modalità partecipative. I residenti vengono suddivisi in quattro fasce d’età, per le quattro frazioni del Comune e distinti per genere. Quindi, uno speciale software provvede all’individuazione casuale proporzionale di ottanta cittadini volontari (il regolamento approvato dal Consiglio comunale prevede anche che una quota del 25 per cento sia riservata ai residenti non italiani) che saranno chiamati ad un impegno di otto serate per otto settimane consecutive per individuare ed elaborare i sedici progetti (quattro per ogni zona) che saranno sottoposti alla selezione finale. Alla fine solo un progetto per ogni frazione verrà votato nelle assemblee generali della cittadinanza.
Lo scorso anno i progetti hanno riguardato il recupero di una piazzetta, la sistemazione di un’aula di una scuola per attività psicomotorie, l’illuminazione pubblica di una via, la pavimentazione di un parco. Costo medio di ogni intervento, trenta mila euro. Tutto il processo partecipativo è coordinato da un gruppo di facilitatori, oltre che dai tecnici comunali, e sostenuto dai gruppi del volontariato impegnati in varie aree di attività.
Il bilancio non è la sola rivoluzione in atto a Rivalta. Un comune di poco meno di 20.000 abitanti dell’hinterland di Torino che nelle elezioni del 2012 è inaspettatamente transitato da una amministrazione di centro-sinistra ad una retta da quattro liste civiche indipendenti. Sindaco è Mauro Marinari, esperto di progettazione sociale, ambientalista e pacifista. La sua Giunta ha appena approvato una variante urbanistica che taglia le previsioni di nuove costruzioni e restituisce ad usi agricoli 300 mila metri quadrati di suolo. La sicurezza dell’assetto idrogeologico e le valenze paesaggistiche vengono così salvaguardate e le nuove edilizie vengono indirizzate al riuso dell’esistente. La conseguente diminuzione delle entrate per oneri di urbanizzazione e Imu sarà compensata con risparmi energetici realizzati grazie a interventi di efficientamento negli edifici pubblici e nella illuminazione stradale.
Inutile dire che Rivalta lotta assieme ai comuni della Val di Susa per evitare l’attraversamento del Tav.
Marinari, della lista Rivalta sostenibile, pensa che sia necessario
“recuperare un’altra idea di futuro che vada a tutelare le risorse disponibili, che mostri uno stile di vita più sobrio ed ecosostenibile, che spieghi nuovamente il concetto di comunità”.
È convinto che ciò che lega la cittadinanza viene prima di ciò che delega:
“La nostra non è anti-politica, casomai è anti partitocrazia, visto che ormai i partiti non sono più capaci di tutelare il bene comune”.
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* Paolo Cacciari è autore di articoli e saggi sulla decrescita e sui temi dei beni comuni. Il suo nuovo libro, Vie di fuga (Marotta&Cafiero) – un saggio splendido su crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita – è leggibile qui nella versione completa pdf (chiediamo un contributo di 1 euro). Questo articolo è stato inviato anche a Left. |
martedì 29 settembre 2015
il senso della comunità
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