Il premier slovacco Fico dovrà dare spiegazioni al Pse. Che aspettano i Popolari con Orban?
Pubblicato: Aggiornato:
"Che fai, mi cacci?". La celeberrima frase di finiana memoria potrebbe ben descrivere quanto a livello europeo sta accadendo all'indomani del furioso scontro tra Stati membri e famiglie politiche sulla crisi migratoria. Una crisi che ha drammaticamente fatto venire a galla incompatibilita', divergenze e rigurgiti xenofobi e nazionalisti. Non solo nella retorica e nell'inaccettabile atteggiamento nazistoide del governo di Orban in Ungheria ma all'interno della stessa famiglia socialista.
"Accetteremo solo migranti cristiani"; "L'immigrazione di massa di musulmani, che inizierebbero a costruire moschee, non sarà tollerata"; "la Slovacchia è per gli Slovacchi, non per le minoranze"; Ci vuole la "restrizione delle libertà dei musulmani in Europa". Mi spiace ma per il rispetto verso i principi e i valori della famiglia socialista e democratica, non potevo restare in silenzio di fronte alle affermazioni del premier slovacco Robert Fico. Ed e' per questo che ho chiesto ufficialmente la sospensione del partito slovacco Smer dal PSE.
"Che fai mi cacci ?". Noi non cacciamo nessuno ma siccome le parole hanno un senso e a pronunciarle non è un passante ma un capo di governo parte della famiglia del Pse e siede in Consiglio europeo, non possiamo far finta di niente. Non basta definirsi progressisti, bisogna dimostrarlo con parole e fatti. Il segretario e primo ministro di Bratislava sara' invitato a spiegare davanti al Pse la sua posizione e, se dovesse confermare quelle idee, sara' allontanato dal nostro consesso.
Se non regolassimo per prima cosa i conti al nostro interno, non saremmo credbili nel contrastare le efferate azioni di Orban. E non si tratta qui di cacciare chi non si dimostra in linea con la linea ufficiale. La decisione di sospendere Fico non deriva dalla sua strenua opposizione al piano della Commissione che garantisce un'equa solidarietà e responsabilità tra Stati membri dell'Ue. Nemmeno e' dettata dalla decisione di Bratislava di adire la Corte europea di giustizia circa la legittimità del piano della Commissione.
Posizioni politiche, sia chiaro, che non condividiamo come Socialisti e Democratici ma che sono state seguite da altri governi di area centro-sinistra come Repubblica ceca e Romania. Qui si tratta invece di stigmatizzare con forza l'indifferenza, il disprezzo o addirittura la violenza contro donne, uomini e bambini, che scappano da zone di guerra e che hannno il sacrosanto diritto di essere accolte. E noi abbiamo il sacrosanto dovere, morale e legale, di accoglierle. L'Europa della solidarietà non avrebbe mai dovuto cedere il passo all'Europa degli egoismi. Men che meno alla retorica xenofoba o nazionalista. Certe frasi non sono degne di essere pronunciate.
Si dirà, e le azioni nazistoide di Orban allora? Non meritano queste di essere respinte e contrastate nella maniera più dura, applicando magari quell'articolo 7 dei trattati che apre la strada alla sospensione del diritto di voto in seno al Consiglio di quel Paese che si rende responsabile di "violazioni gravi e persistenti"?
Mi fa molto piacere che il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbia sollecitato il ricorso di tutti gli strumenti del Trattato per stigmatizzare le posizioni degli Stati che calpestano i valori fondamentali dell'Unione. Non lo si può escludere.
E' certo che le azioni di Orban non possono passare sotto silenzio e meritano una stigmatizzazione innanzi tutto da parte della famiglia politica di cui il governo di Budapest fa parte.
Il nostro appello è quindi rivolto al centro-destra europeo, alle singole famiglie politiche dei Popolari. Chiedo: le azioni di Orban sono in linea con i valori Cristiano-sociali ? Ne dubito! E' ora che anche i Popolari, italiani e europei, trovino il coraggio di far cadere con decisione le male marce. Noi Socialisti e Democratici lo abbiamo già fatto...
Nessun commento:
Posta un commento