Essere quacchero ossia non violento, tremolante di fronte alla Luce di Dio, non è un optional oggi più che mai.
Quando, nel 2007, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì, nel giorno del compleanno di Gandhi, la Giornata internazionale della nonviolenza, le spese militari mondiali ammontavano a circa 1.400 miliardi di dollari e si contavano 29 guerre in corso.
Oggi, nel 2015, a fronte di 33 conflitti armati ufficiali, la spesa militare mondiale è di circa 1.800 miliardi di dollari: è come se ogni due anni si aggiungesse una nuova guerra a quelle già in corso - che intanto non si risolvono - che richiede nuove armi, e quindi nuovi costi, provoca ulteriori vittime, genera nuovo terrorismo, produce altri profughi in un esodo ormai incontenibile. Non è un caso se i ricercatori del Global Peace Index hanno calcolato il costo della violenza globale per il 2015 nel 13,4% della ricchezza mondiale prodotta. E sottratta alle risorse per la vita.
Oggi, nel 2015, a fronte di 33 conflitti armati ufficiali, la spesa militare mondiale è di circa 1.800 miliardi di dollari: è come se ogni due anni si aggiungesse una nuova guerra a quelle già in corso - che intanto non si risolvono - che richiede nuove armi, e quindi nuovi costi, provoca ulteriori vittime, genera nuovo terrorismo, produce altri profughi in un esodo ormai incontenibile. Non è un caso se i ricercatori del Global Peace Index hanno calcolato il costo della violenza globale per il 2015 nel 13,4% della ricchezza mondiale prodotta. E sottratta alle risorse per la vita.
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