venerdì 26 febbraio 2016

costruire relazioni sociali


Costruire relazioni sociali ogni giorno

by JLC
re
di Alain Goussot*
Nell'era dell'individualismo egocentrico e autoreferenziale, che si manifesta anche con tutte le sue componenti narcisistiche a livello mediatico dalla televisione al web, sembra che l'individuo sia solo una autoproduzione atomizzata. È quello che lo psichiatra e filosofo franco-argentino Miguel Benasayag chiama "il mito dell'individuo" e Christopher Lasch "l'epoca dell'Io minimo", il tempo nel quale ognuno pensa di potersi costruire da solo a prescindere da relazioni e legami. L'era del virtuale che funziona anche come barriere e filtro per sperimentare per davvero il contatto con l'altro e quindi con se stesso.
L'esperienza relazionale, quella vera, non quella virtuale o digitale, quella che passa attraverso il guardarsi faccia a faccia, il sentirsi anche fisicamente, il parlarsi direttamente con le emozioni, i vissuti e sentimenti, quella ricca e complessa relazione che permette la conoscenza di sé attraverso il rapporto con l'altro, sembra sempre più difficile.
La relazione, fin da bambino, implica la comunicazione verbale e non verbale, l'uso di una pluralità di linguaggi, la necessità di esplorare il contatto, quello fisico, emozionale, affettivo e socio-culturale. L'aspetto transazionale della relazione è quello che secondo John Dewey crea comunione, implicazione e riconoscimento reciproco, senso di responsabilità sociale. In questo senso ogni processo educativo è un processo relazionale, comunicativo e transazionale che produce conoscenza: conoscenza sul mondo, del mondo, di se stesso e dell'altro, capacità di entrare in sintonia con l'altro diverso da sé e con se stesso accettandosi con tutte le proprie contraddizioni (un modo per accettare l'altro).
È per questa ragione che il movimento della scuola nuova e quello delle pedagogie attive ha insistito sull'esperienza collettiva e di gruppo, sul fatto che il riconoscimento delle differenze non significa separazione e incomunicabilità. Il gruppo classe a scuola è un microcosmo di esperienze personali e collettive che favorisce la formazione di ciascuno e l'espressione di tutte le potenzialità in una prospettiva che lega interesse personale e bene comune. Solo in questo senso si può intendere l'inclusione.

* Docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna, pedagogista, educatore, filosofo e storico, Alain Goussot collabora con diverse riviste. Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone)

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