venerdì 22 settembre 2017

Bucci e Appendino insieme nella lotta


Utilizzando la legge sul voto maggiorato il Comune può conservare un
apparente controllo pubblico su IREN pur cedendo la maggioranza del
pacchetto azionario ai privati. Un controllo apparente, perché limitato
all’assegnazione delle poltrone nel Consiglio di amministrazione, ma non
sugli investimenti, l'indebitamento e la misura dei dividendi che viene
invece decisa da chi ha la maggioranza della proprietà.

In questi giorni il Consiglio comunale si accinge a votare due
deliberazioni che portano a compimento quanto previsto dall’Amministrazione
Fassino: la vendita di azioni IREN che condanna l’azienda alla
privatizzazione.

*Una scelta sbagliata*

Un incasso di 70 milioni su oltre 3 miliardi di debito non risolve nulla.
Il debito di Torino continua a strozzare ogni possibilità di sviluppo della
nostra città. Ma ormai è diventato l’alibi per una politica sempre più
feroce di austerità di cui l’attuale maggioranza si fa diligente
esecutrice. Dov’è finito l’impegno elettorale di fare un audit sul debito,
sui derivati e sugli interessi da usura che fa pagare a tutti noi?

Forse contestare il debito può sembrare una strategia a lungo termine che
non risolve le urgenze di bilancio, ma se non si fosse continuato a
procrastinare forse qualche risultato a 2 anni dalle elezioni già ci
sarebbe. Inoltre, limitarsi ad inseguire l’esistente significa che tra un
anno saremo nelle stesse condizioni, a vendere un pezzo del patrimonio
pubblico per fronteggiare i debiti.

*Una scelta dannosa per la città*

Se davvero s’intende ridurre l’inquinamento atmosferico favorendo la
transizione verso l’elettrico non si consegna la risorsa strategica
dell’energia alle grandi Multiutility dell’energia, come si è fatta in
passato con gli sceicchi per il petrolio.

Non si affida ai privati la produzione delle energie rinnovabili.

Non si rinuncia al governo pubblico del teleriscaldamento e relative
tariffe.

*Una scelta miope e anti europea*

Rispetto alla tendenza europea di riprendere in mano pubblica la produzione
e la gestione dell’energia : oltre 300 casi in Germania (da grandi città
come Amburgo, a centinaia di Consorzi Intercomunali) e ancor più numerosi
in Gran Bretagna, tra cui Leeds, Bristol, Nottingham, Liverpool, e ora
anche Londra

La proprietà pubblica dell’Azienda energetica arricchisce la gamma di
strumenti a disposizione del Comune per scelte di sviluppo delle
infrastrutture, del territorio, della mobilità compatibile con l’ambiente.

Basta invocare il debito per giustificare la distruzione del patrimonio
cittadino. A oltre un anno dalle elezioni è ora di cambiare strada. Il
Consiglio comunale di Torino impedisca la vendita di azioni IREN, e
s’impegni invece perché IREN ritorni ad essere quella “gallina dalle uova
d’oro” che è sempre stata la nostra Azienda Elettrica Municipale prima
della privatizzazione.

ATTAC torino

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