sabato 23 settembre 2017

Savona e cultura

                                                                  MA LA SINDACA VA A TEATRO?

In questi giorni due notizie ci hanno colpito: da un lato il solito contributo privato (20.000 euro) per mantenere la ragionevole speranza che almeno il teatro dell'Opera Giocosa riesca a resistere e poi il consueto annuncio con "trombe e tamburi" della stagione teatrale comunale,che pare sempre muoversi piu' o meno nei medesimi solchi di qualità degli anni precedenti.
Cosa noi Verdi chiediamo allora?
Come abbiamo già scritto altre volte pensiamo che la cultura debba essere lo strumento fondamentale per favorire la crescita sociale e civile della città creando un nuovo senso della cittadinanza e del nostro essere "comunità savonese".
Purtroppo alle due notizie precedenti dobbiamo coniugare il desolante quadro generale:
a) il museo archeologico apre solo tre giorni alla settimana solo grazie all'impegno dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri ed in assenza di qualunque contributo comunale ed in una mancanza di possibile progettualità,che preveda in prospettiva la apertura alla visita degli spazi della cattedrale   o della via degli oratori;
b) la cella di Mazzini ove ebbe origine il progetto di rivoluzione e della Giovine Italia non è visitabile se non tramite un complicato itinerario di prenotazione quando basterebbe lasciare la gestione al museo archeologico;
c) il museo Pertini-Cuneo apre due ore alla settimana in assenza di qualunque rapporto con la città e con le opere di Renata Cuneo collocate in altri spazi quando basterebbe fare un discorso unico di apertura congiunto con il museo archeologico;
d) il turista che arriva al Priamar trova il deserto o poco piu' ad accoglierlo in una normale giornata e quasi non capisce neppure dove sia capitato;
e) il museo di storia naturale è praticamente abbandonato a se stesso e  nessuno può vedere anche a rotazione le collezioni esposte;
f) la biblioteca civica langue in attesa di trasferimento in spazi assolutamente inadeguati come Palazzo Santa Chiara soprattutto se dovrà convivere con l'Università e con uffici comunali;
g) l'apple museum,autentica perla cittadina,giace dimenticata nelle aree della darsena.
Questi sono solo elenchi sparsi della situazione ma potremmo parlare anche di altri progetti:museo del Liberty a villa Zanelli, collezione Salomone(cfr l'ultimo numero del Letimbro); collezione civica delle monete,necessità di offrire una proposta culturale integrata con il vescovado,progetto del centro di documentazione di sui cetacei nell'ambito del progetto Pelagos,...per concludere che la situazione culturale cittadina è molto seria e che non basta  trovare poche migliaia di euro per salvare un progetto culturale lirico così come non basta finanziare la stagione teatrale (forse perche' alla sindaca piace il teatro?) per porre rimedio ad una situazione,che sta quasi facendo rimpiangere persino la disastrosa politica culturale precedente.
Danilo Bruno

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