venerdì 24 ottobre 2014

DIECI ANNI DI DIRITTI NEGATI

Il 16 ottobre, giornata mondiale dell'alimentazione, è stata anche l'occasione per celebrare i 10 anni dell'approvazione delle Direttrici volontarie per sostenere la progressiva realizzazione del diritto ad una alimentazione adeguata nell'ambito della sicurezza alimentare nazionale che sono lo strumento che gli Stati dovrebbero usare per garantire l'applicazione, nelle leggi nazionali, del diritto all'alimentazione riconosciuto come diritto fondamentale dell'uomo. 
Purtroppo, in questi 10 anni, pochissime sono le esperienze a livello nazionale che hanno usato questo strumento, fanno chiare eccezione il Brasile e l'India. In particolare l'India ha la più innovativa legge nazionale per garantire il diritto al cibo per tutti, basato su riserve alimentari pubbliche rifornite da acquisti fatti, dal Governo, ai piccoli contadini indiani.
Un esempio virtuoso del rispetto del diritto dei contadini, che ricevono un giusto prezzo per i loro prodotti, ed una forma certa per garantire un cibo adeguato a tutti gli strati sociali del popolo Indiano, che, ricordiamo essere, anche la più grande democrazia al mondo con il suo miliardo di abitanti che regolarmente eleggono i propri rappresentanti. Ebbene questa legge è contestata in sede dell'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC/WTO) perché non rispetta gli Accordi sull'agricoltura (AoA), dando un vantaggio agli agricoltori indiani rispetto agli operatori commerciali internazionali che potrebbero vendere gli stetti prodotti al Governo indiano. 
Gli Accordi sull'agricoltura, firmati, ormai, da tutti i Governi del mondo, hanno carattere obbligatorio, mentre garantire il diritto all'alimentazione è decisione volontaria di ogni stato.
Questo è uno scandalo ed è il motivo principale perché, ancora oggi, che produciamo cibo per oltre 12 miliardi di abitanti della terra (oggi siamo meno di 8 miliardi), dobbiamo assistere , impotenti allo scandalo che ben 800 milioni di persone soffrono la fame! Finché le regole commerciali saranno obbligatorie, per gli stati, mentre il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo, un atto volontario, nulla potrà cambiare. 
Sovranità alimentare, ora! E' sempre più vero e non possiamo aspettare oltre.
A cura di Andrea Ferrante, AIAB

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