L'articolo di Alex Corlazzoli Expo, perché non porterei i miei alunni ha suscitato moltissime attenzioni. Altri due maestri, Giampiero Monaca e Lina Prinzivalli di Asti, hanno motivato così al proprio cicolo didattico la scelta di non accompagnare i bambini e le bambine a Expo preferendo gite diverse.
Altri articoli su Expo sono leggibili qui.
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Al Consiglio del 5 Circolo didattico di Asti
Ci sono milioni di persone il cui pasto è legato ad un filo…
per loro mangiare è sempre un terno al lotto:
per loro mangiare è sempre un terno al lotto:
mangiano se trovano cibo in un cassonetto
mangiano seil padrone decide di pagarli quel giorno
mangiano se trovano una pozzanghera da cui attingere l’acqua
mangiano se arriva l’elicottero che consegna aiuti umanitari
mangiano se … decidiamo di lasciar loro un po’ del nostro superfluo.
Con questa breve lettera intendiamo motivare pubblicamentele le motivazioni per lequali la classe 4C della Scuola Primaria Rio Crosio di Asti, nell’anno scolastico 2015/2016 non andrà a visitare Expo 2015.
Per rinunciare un po’ al nostro superfluo.
Perché non si può dire di voler promuovere l’attività agricola ed ilvalore del suolo fertile cementificando un’enorme superficie fertile come quella sulla quale sono stati costruiti i padiglioni fieristici, impermeabilizzando ed inquinando acqua e suolo.
Perché una manifestazione che si prefigge di nutrire il pianeta in modo sano, non può farlo commercializzando al contempo bevande e alimenti che causano obesità, che impongono condizioni di lavoro disumane per chi le produce ed alimenti che al loro interno utilizzano ingredienti di scarsissimo valore nutrizionale (leggi anche Il vostro cibo ndr).
Perché non si può dire di voler ridurre la denutrizione causata dalla povertà, spendendo 1 miliardo e 300 milioni di euro (almeno) di soldi pubblici, per strutture che servono al massimo un anno.
D’altro canto, una visita ai padiglioni sarebbe certamente un’esperienza mozzafiato, non neghiamo che i professionisti della comunicazione pubblicitaria e multimediale, le aziende e i governi abbiano messo in atto tutte le tecniche più raffinate per attrarre visitatori, captandone il gradimento e la benevolenza.
Ne abbiamo parlato in classe, valutando insieme ai bambini i pro ed i contro, i nostri alunni hanno definito incoerente questo sistema, che spende miliardi per promettere soluzioni, ma non risolve anzi aggrava i problemi; non intendiamo dunque sottoporli ad un bombardamento diseducativo di stimoli nefasti e nefandi.
La scuola deve trovare voglia, forza e coraggio per proporre modelli alternativi e non allinearsi alle logiche del “neutralismo” che finiscono sempre per affidare i bambini e i ragazzi alle grinfie dei poteri forti.
Il nostro compito come maestri è di affiancarli, aiutandoli ad aprire gli occhi ed orientarsi senza nascondere il bello ed il giusto, maaltrettanto mostrando l’incoerente e l’ingiusto.
La scuola deve fornire ai bambini occhiali con lenti per vedere bene da vicino e da lontano: a loro il piacere, di volgere lo sguardo in ogni direzione e con il loro talento, la loro sensibilità e gli strumenti intellettivi che il sistema educativo avrà fornito loro, formarsi la propria idea, scegliere la propria strada.
Certo non dobbiamo dir loro cosa pensare, ma stimolarli a raccogliere informazioni, ad essere curiosi, informarsi su ogni argomento, ad operare insieme a loro scelte forti, che li rendano consapevoli che percorrere una strada con coerenza, ne preclude altre, magari più battute e meglio illuminate, ma che non conducono alle destinazioni desiderate.
Ringraziando per l’attenzione chiediamo che queste nostre contrarietà vengano conservate tra gli atti scolastici inerenti le gite d’istruzione.
maestra Lina e maestro Giampiero
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