Album comunitario delle figurineby JLC |
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di Marco Boschini, associazioni Comuni virtuosi
“La prima cosa da fare è parteggiare per le colline, per i cani, per i baci, parteggiare per le albe, per chi cammina, riunirsi per leggere un libro, per sentire un suonatore di fisarmonica, per zappare un orto, per raccogliere l’uva di una vigna. Ecco le assemblee del nuovo secolo”. Lo scrive Franco Arminio, paesologo, scrittore e poeta in Partigiani della felicità ed è la frase che mi viene in mente leggendo le risposte che mi manda Corrado Tagliabue, sindaco di San Salvatore Monferrato, comunità di 4.600 abitanti in provincia di Alessandria.
Corrado parte da un progetto semplice, di successo, ideato dall’amministrazione comunale e in grado in poco tempo di coinvolgere centinaia di persone in un gioco di comunità davvero sorprendente. E ci restituisce il senso di un modo alternativo di fare politica. A contatto con la realtà. Una politica condivisa e partecipata. Una politica con una visione del futuro che sa prendersi cura del territorio. Con leggerezza e curiosità.
Come e quando nasce l’idea del progetto dell’album?
Un anno fa ho sfogliato l’album di una piccola società di calcio con le foto degli iscritti, dalle formazioni giovanili alla prima squadra. Ho pensato che potevamo farlo anche noi in paese, allargando il concetto di squadra a tutta la comunità e destinando il guadagno della vendita delle figurine alle associazioni che operano qui.
Concretamente, in che modo ha funzionato?
Abbiamo contattato un piccolo editore specializzato (Mye – Figurine Italia) per parlare del nostro progetto e ci ha dato utili consigli; inizialmente infatti, eravamo prudenti e abbiamo scelto una tiratura bassa: credevo nel successo, ma non così grande. E così, un passo alla volta, per assecondare le continue richieste anche da fuori paese, abbiamo ristampato tutta la collezione ben otto volte, per un totale di 200.000 figurine. Tutte vendute in meno di cinque mesi. I primi frutti li abbiamo raccolti fin dalla mobilitazione creata per organizzare gli scatti: nelle palestre, al campo sportivo, in municipio. I direttivi delle associazioni si ritrovavano sui set e le squadre sportive si riunivano per le pose: per un mese è stato un via vai continuo. Pensavo: se l’iniziativa andasse male, è già bello così:aver movimentato tutte queste persone per fare una cosa insieme è già positivo. Il tutto ha contribuito a creare molta attesa: quando l’album è uscito in edicola, è andato esaurito in pochissimo tempo.
Il successo commerciale si deve anche agli edicolanti che – riconoscendo loro un piccolo margine di guadagno – hanno stimolato le vendite e sono stati scelti come unico ed esclusivo canale di distribuzione. Il resto lo ha fatto il passaparola e la tv, che con i servizi su TG1 e TG2 ha dato un impulso che non si è ancora esaurito. Sulla scia del successo dell’album abbiamo stampato un libro con le foto dei sansalvatoresi nel ‘900, organizzato una grande mostra fotografica e attivato il servizio “figurine mancanti” perché tutti, nessuno escluso, vuole avere un album incompleto.
I cittadini come hanno reagito?
San Salvatore Monferrato possiede una ricchezza: tante associazioni di volontariato. Le abbiamo subito coinvolte e i loro presidenti hanno capito l’intento. Da qui si è scatenato un formidabile passaparola che ha contagiato l’intera comunità. Certo, l’album non può contenere 4.500 volti; ma certamente ogni nucleo famigliare è rappresentato con uno o più membri: chi ha la mamma insegnante, chi il padre nella protezione civile, chi fa parte di una delle tante band musicali o collabora con l’oratorio… Non tutti hanno scelto di fare la collezione, ma la loro figurina l’hanno cercata e conservata perché è la testimonianza concreta del ruolo che occupano all’interno della comunità. Non c’è occasione pubblica nella quale dalla tasca di un adulto o di un bambino non spunti fuori l’elenco delle mancanti per improvvisare uno scambio in piazza, a scuola, dal panettiere o sul sagrato della chiesa.
Uno degli aspetti più belli di questa idea, vista da fuori, è la capacità di coinvolgere con un’iniziativa “semplice” quasi un’intera comunità, in un gioco che “ha fatto squadra”. Sbaglio? C’è stato un cambiamento nei rapporti tra le persone (e anche con l’istituzione locale) a seguito di questa iniziativa? Com’è, insomma, la comunità di San Salvatore Monferrato?
Si dice che le idee più belle sono anche le più semplici e nel nostro caso è proprio così. Le figurine sono “trasversali”, piacciono ai bambini e agli adulti. Nell’era dei social network l’idea può sembrare desueta e invece il nostro album è un vero “faccia-libro”. Dico di più: è Facebook ad essere debitore dei vecchi album di figurine, ma la differenza è sostanziale: le persone che si ritrovano nella collezione appartengono ad una comunità viva e non virtuale, con amicizie e rapporti veri, che crescono e si consolidano nella pratica quotidiana. Oggi ci conosciamo un po’ di più e l’amministrazione comunale è ancora più vicina alle persone che si sono identificate con noi ogni volta che siamo saliti alla ribalta della cronaca nazionale per questa idea che non è nostra, è di tutti. Il manifesto del lancio dell’iniziativa è un infinito mosaico con tutte le figurine della collezione e la citazione da Pavese “Un paese vuol dire non essere soli”. Penso che dica tutto.
Perché il tuo comune ha scelto di aderire all’Associazione dei Comuni virtuosi? In cosa vi sentite virtuosi? E quali sono i principali progetti ambientali sperimentati in questi anni?
La prima volta che ho sentito parlare dell’Associazione ero stato eletto sindaco da poco. Ho messo in un angolo l’idea di farne parte perché ritenevo che San Salvatore non fosse pronto. Abbiamo lavorato sodo per cinque anni, consapevoli che per far parte dei “Comuni Virtuosi” fosse necessario avere dei numeri. Abbiamo attivato e migliorato la raccolta differenziata superando il 65 per cento, installato pannelli solari e fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici: asilo nido, palazzetto sport ecc., istituito le Denominazioni Comunali sui prodotti a filiera corta “Km zero” (ad esempio sui prodotti alimentari con le nocciole Piemonte coltivate sulle nostre colline) e altre politiche di coinvolgimento come la “Progettazione partecipata” e di sensibilizzazione sul risparmio energetico(coibentazione e infissi nuovi presso gli edifici scolastici) e istituito un calendario annuale con incontri pubblici sui temi ambientali, le “Settimane Verdi”. Nel 2011 eravamo pronti ed è iniziato il nostro percorso a migliorarci ancora.
Voi siete un comune gemellato con un altro virtuoso, Agerola. Perché è importante gettare dei ponti verso altre comunità? Come racconteresti il vostro rapporto con Agerola?
Sono le persone e la loro storia a fare un Comune. Un capitolo della vita di molti sansalvatoresi racconta di un viaggio, quello che da Agerola, paese situato a ridosso della costiera amalfitana, li ha portati in cerca di lavoro da noi, nel Monferrato. Il loro sacrificio ha contribuito alla crescita sociale ed economica della nostra comunità e il gemellaggio ha suggellato questo contributo, questa integrazione. Il nostro legame è stato istituzionalizzato, dagli anni ‘50. Io e Luca Mascolo, sindaco di Agerola, lo abbiamo semplicemente messo in luce e valorizzato. Con Agerola ci scambiamo continuamente idee, abbiamo istituito insieme le De.Co. e ci teniamo in contatto. È bello sapere che almeno una volta a settimana c’è un’auto che attraversa l’Italia da nord a sud e viceversa e tiene unito il legame con i nostri “fratelli”. Forse non è un caso che il gemellaggio lo abbiamo ratificato nel 2011, nel 150° anno dell’Unità d’Italia.
Ultima domanda: come ti immagini San Salvatore Monferrato tra dieci anni?
Dieci anni sono passati da quando sono sindaco e spero di aver dato il mio contributo affinché fra dieci anni i sansalvatoresi si sentano ancora parte viva del proprio paese. Se c’è affezione per il luogo in cui si vive, se c’è sentimento di appartenenza alla comunità, i cittadini si sentono responsabilizzati e le scelte che compiono sono indirizzate alla preservazione dell’ambiente, dei valori e del territorio. Interpreto così i valori dell’Associazione e spero che restino i fondamenti delle future scelte di San Salvatore Monferrato.
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