sabato 26 settembre 2015

una risposta antimafia di popolo

La risposta antimafia è collettiva

by Riccardo
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di Carmen Vogani 
Il lavoro, la salute, l'istruzione, la casa, perfino lo svago. Diritti e servizi che spesso, per quanto sia doloroso ammetterlo, non si ottengono passando per il pubblico ma mettendosi in fila davanti ai clan come si fa agli uffici di collocamento e con la devozione che si prova davanti ai santi che piangono. Diritti venduti come favori e trasformati in ricatto al secondo giro. Non è una specificità di Roma, è il welfare delle mafie ed è antico e consolidato.
Con l'Associazione daSud l'abbiamo chiamato “Mammamafia”, raccondantolo più di un anno fa con un libro e un gioco di piazza, per spiegarlo proprio a tutti. Abbiamo provato a raccontare come le mafie cavalcano e insieme creano la crisi, come si rafforzano alle spalle della povertà e come creano consenso sociale. Lo abbiamo fatto quando non era ancora esploso il clamore dell’inchiesta Mondo di Mezzo di cui non abbiamo letto ancora tutte le sfumature e che pure ha descritto un’impressionante capillarità del sistema mafioso nella Capitale. Forse anche per questo ritardo di “choc” in questi anni vissuti a Roma (ormai cinque, su dieci di attività) è stato faticoso sensibilizzare e mobilitare.
Così come è ancora complicato raccontare che le mafie non iniziano e non finiscono con “Mafia Capitale”, che ad esempio dovrebbero fare notizia anche i gambizzati e i morti ammazzati, spesso giovani e minorenni e quasi sempre legati al mercato della droga. Che tanto quanto la corruzione dovremmo considerare inaccettabile che con i soldi e la violenza psicologica un pugno di criminali decida chi può vivere nelle case popolari e chi no, chi può lavorare e chi no, chi deve pagare per stare “tranquillo” e chi deve chiudere baracca se non lo fa. Dovremmo soprattutto cogliere il messaggio che è arrivato dai funerali show dei Casamonica, dal loro senso di impunità che non ha niente a che vedere con il folklore. I Casamonica – che dentro lo scenario criminale romano sono braccio violento e non certo centro di potere – hanno detto all'antimafia della repressione e dell'ordine pubblico che è debole e aggirabile. E che su questa antimafia loro ci ridono anche un po su.
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Allora la risposta non può che essere il “Restart” dell'antimafia che da repressione si fa sistema, che diventa partecipata e diffusa. È una grande sfida certo, ma è l'unica strada percorribile per non rimanere schiacciati, per recuperare credibilità e consenso: è l'antimafia delle oppotunità che lavora sui diritti, che riconosce le buone pratiche, che riparte dalla ricchezza del dibattitto pubblico che esiste sui territori ma che non riesce a entrare nei processi decisionali, che ripensa il welfare, la formazione e la cultura come strumenti essenziali per la libertà, che si “prende cura delle questioni più spinose”.
Va fatto subito però, perché il tempo “giusto” è passato da un pezzo. E lo possiamo fare insieme, con chi ci crede e lo fa già, ma con l'ambizione di aggregare chi non ci ha mai pensato. Per questo con daSud abbiamo programmato per sabato 26 settembre alle 15alla Casa del Jazz un momento di confronto con associazioni e realtà territoriali, movimenti, istituzioni e singoli cittadini. Le macroaree saranno tre: progettazione partecipata, patromonio sociale e servizi, formazione e cultura. Rimandano tutte al protocollo “Municipi Senza Mafie” che è stato sottoscritto nel 2013 e non è una certificazione antimafia, come abbiamo detto fino alla nausea e come in molti hanno capito, ma uno strumento di controllo in mano ai cittadini che possono verificare quanto e come è stato fatto dalle amministrazioni su cinque punti concreti: appalti, corruzione, beni confiscati, gioco d'azzardo, formazione e cultura. Dalla discussione collettiva aggiorneremo il protocollo nella speranza che possa diventare uno strumento per tutte e tutti.
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“Restart” è anche un festival, ci sono concerti e maratone teatrali, c'è un villaggio d'arte&diritti con più di trenta realtà, cibo e dj set. È la festa per i nostri dieci anni, la festa dell'antimafia felice: quella che ci convince di più. Il programma completo suwww.dasud.it.

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