sabato 28 maggio 2016

donne,pace,guerra

La pace e i conflitti vissuti come donne

by maomao comune
In ogni angolo del pianeta la violenza e la guerra colpiscono le donne in misura maggiore e diversa rispetto a quella con cui vengono colpiti gli uomini. A partire da questo evidente presupposto. si può immaginare un nuovo percorso che assuma una prospettiva di genere nella gestione dei conflitti e anche negli interventi civili di pace. Se ne è discusso in un bel seminario che ha avviato il percorso per la costruzione di una rete
ICTJ-COL-Sexualviolencefeature-thumb-June14
Foto Ictj-col
di Annalisa Mugheddu
Un abbraccio transnazionale per prendersi cura e sostenere altre donne nel mondo quando la violenza e la guerra straziano i corpi e mietono vittime. Un impegno che chiama donne e uomini a prodigarsi per cercare di ritrovare la giustizia dove si è persa, ricucire il tessuto sociale femminile che si è lacerato, ripristinare il “fare” di genere disgregato dai conflitti. Perché le donne sono talvolta soggetti debolissimi che, in situazioni di turbolenza, patiscono prima e più di altre categorie sociali ma è quasi sempre colpendo le donne che si minano l’equilibrio e la salute di una comunità.
Questo abbraccio e questo impegno, la consapevolezza dell’importanza di un intervento secondo una prospettiva di genere, animano l’attività concettuale, di ricerca e concreta del Centro studi difesa civile (CSDC)- Il 14 maggio, allo scopo di favorire la possibilità di ritrovarsi e confrontarsi, il Centro ha tenuto un seminario alla Casa Internazionale delle Donne, coinvolgendo anche altre associazioni, ong e onlus.
fotonoticia_20150403081434-743269_644
Ne è nato un momento fertile ed emotivamente partecipe per fare il punto sullo stato dell’arte, rinsaldare collaborazioni, raccogliere spinte e visioni comuni e gettare le basi per la costituzione di una piattaforma che si occupi prima di tutto di advocacy. Con il CSDC e con Luisa Del Turco, direttore e organizzatrice dell’evento, hanno partecipato e arricchito il discorso con le loro esperienze Un ponte per…, Pangea, Differenza Donna, Agenzia Peace Building, Rete Corpi Civili di Pace, Associazione Punti di Vista e WILPF.
Il primo obiettivo, si è detto, è contribuire alla attuazione, allo sviluppo e alla revisione delle politiche che riguardano la dimensione di genere nella gestione dei conflitti. Sarà necessario, quindi, un dialogo con le istituzioni, come pure lo svolgimento di un'azione coordinata ed efficace presso le diverse sedi e i tavoli di lavoro attraverso l’advocacy. L'intento resta quello di influenzare le politiche pubbliche e l'allocazione delle risorse nei sistemi politici, economici e sociali. Vanno però scelti con cura gli strumenti da utilizzare per mettere in campo campagne di comunicazione, incontri, pubblicazione di ricerche, sondaggi e raccolta di documentazione.
IMAGEN-16408889-2-1
Essere donne nere in Colombia. Foto El tiempo
Diversi i punti presi in esame: dal lavoro sul Rapporto Ombra CEDAW - piattaforma lavori in corsa, alla revisione delle linee guida genere e empowerment del MAECI e del Piano d’Azione nazionale di attuazione della risoluzione 1325) – Donne, pace e sicurezza, fino alla narrazione della sperimentazione dei Corpi Civili di pace italiane. Su tutto la necessità di mantenere alta l’attenzione ed efficace la diffusione di informazioni, i mezzi idonei a poter essere considerate come forza autorevole. Si è parlato poi, diffusamente, anche di metodo, di approccio, dei processi e delle procedure indispensabili per poter trasformare un'aspirazione in un intervento fattivo.
la+guerra+contra+las+mujeres.Bosnia
La guerra contro le donne, in Bosnia. Foto http://3.bp.blogspot.com
Tra le esperienze più interessanti da segnalare ci sono certamente quelle delle Brigate di Pace intervenute in Messico a Chihuahua per denunciare e limitare il numero degli stupri di massa e i femminicidi. Poi quella del centro antiviolenza sulle donne di Betlemme, promosso dall’Associazione Differenza Donne. Senza alcun dubbio straordinarie le attività di un Ponte per… in Iraq e in tutto il Medio Oriente, dove si sta faticosamente ma proficuamente portando avanti anche un lavoro con la rete delle giornaliste.
Il coinvolgimento della società civile attraverso la sollecitazione alla riflessione nei media, nelle scuole e nei luoghi di lavoro è uno degli aspetti critici e nodali. Decidere quale modalità sia più efficace è una delle sfide più importante emerse dall'incontro. Il prossimo appuntamento sarà il battesimo della rete.

Nessun commento:

Posta un commento