[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-09-2014]
Era nato come "la vetrina d'Italia", il biglietto di presentazione del nostro Paese al resto del mondo, ma era diventato noto soprattutto per la sua capacità di far sparire milioni senza metterli a frutto.
Ora la dolorosa storia di Italia.it, il portale lanciato nel 2007 con un finanziamento di 45 milioni di euro, è giunta al termine.
Il nome a dominio era stato registrato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2004, ma ci erano voluti tre anni prima che la prima versione del sito vedesse la luce e venisse subito sommersa dalle critiche: errori, imprecisioni, bug e soprattutto una spesa evidentemente folle per la realizzazione di un sito tanto mal fatto avevano indignato pressoché tutta l'Italia, e fatto scuotere molte teste all'estero.
Dal 2007 a oggi, il portale è morto e risorto più volte, sempre con nuove iniezioni di denaro pubblico che tuttavia non sono riuscite a trasformareItalia.it nel fiore all'occhiello dell'Internet italiana, nel punto di accesso per tutti i turisti, com'era nelle intenzioni.
Ora, a 10 anni di distanza dall'inizio dei lavori e dopo una spesa complessiva di circa 60 milioni di euro, arrivano indiscrezioni (pubblicate dall'Espresso) che il portale sarebbe sull'orlo del fallimento: la redazione del sito non riceve lo stipendio da febbraio e i fondi stanno per terminare.
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Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismoha deciso che il sito non serve più; il«petrolio d'Italia» (il turismo, appunto) secondo il Ministero non ha bisogno del portale, anche perché pare che i soldi destinati a tenerlo in piedi pare siano scomparsi.
Non che a Roma abbiano tutti i torti: finora Italia.it non ha potuto arrogarsi meriti particolari per un'eventuale crescita dei turisti nel nostro Paese, sebbene l'ultima revisione (dovuta al ministro Massimo Bray) l'abbia reso utilizzabile e persino utile.
Il dominio è registrato sino alla fine di giugno 2015, e per ora il portale è attivo; ancora non si sa per quanto, però: potrebbe sparire presto, lasciando in eredità il ricordo di un orribile cetriolo verde che aveva il compito di rappresentarci nel mondo.
Tuttavia non è ancora detta l'ultima parola: la rivoluzione che il ministro Franceschini sta portando all'interno del MIBACT potrebbe anche avere come effetto una nuova incarnazione di Italia.it, integrandovi strumenti per la prenotazione di viaggi e soggiorni nel nostro Paese. Il problema, però, è trovare i soldi per farlo.
Ora la dolorosa storia di Italia.it, il portale lanciato nel 2007 con un finanziamento di 45 milioni di euro, è giunta al termine.
Dal 2007 a oggi, il portale è morto e risorto più volte, sempre con nuove iniezioni di denaro pubblico che tuttavia non sono riuscite a trasformareItalia.it nel fiore all'occhiello dell'Internet italiana, nel punto di accesso per tutti i turisti, com'era nelle intenzioni.
Ora, a 10 anni di distanza dall'inizio dei lavori e dopo una spesa complessiva di circa 60 milioni di euro, arrivano indiscrezioni (pubblicate dall'Espresso) che il portale sarebbe sull'orlo del fallimento: la redazione del sito non riceve lo stipendio da febbraio e i fondi stanno per terminare.
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Non che a Roma abbiano tutti i torti: finora Italia.it non ha potuto arrogarsi meriti particolari per un'eventuale crescita dei turisti nel nostro Paese, sebbene l'ultima revisione (dovuta al ministro Massimo Bray) l'abbia reso utilizzabile e persino utile.
Il dominio è registrato sino alla fine di giugno 2015, e per ora il portale è attivo; ancora non si sa per quanto, però: potrebbe sparire presto, lasciando in eredità il ricordo di un orribile cetriolo verde che aveva il compito di rappresentarci nel mondo.
Tuttavia non è ancora detta l'ultima parola: la rivoluzione che il ministro Franceschini sta portando all'interno del MIBACT potrebbe anche avere come effetto una nuova incarnazione di Italia.it, integrandovi strumenti per la prenotazione di viaggi e soggiorni nel nostro Paese. Il problema, però, è trovare i soldi per farlo.
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