Tirreno Power, amministratori locali solidali coi lavoratori: Berruti si impegna a parlare con Renzi
Vado L. Non cala l’attenzione sulle problematiche della centrale Tirreno Power di Vado Ligure che è a rischio chiusura. Come previsto questa mattina, nella sala incontri dell’impianto, si è tenuta l’ennesima assemblea che ha visto la partecipazione, oltre che dei lavoratori, della Rsu e dei sindacati, di numerosi amministratori locali: i sindaci di Savona, Vado e Quiliano in primis.
A raccontare i contenuti della riunione è Maurizio Perozzi, della Rsu: “Questa è stata un’occasione importante perché fa assumere delle responsabilità anche a tutti gli amministratori del territorio e alle istituzioni. Erano presenti il sindaco di Savona Federico Berruti, il sindaco Monica Giuliano, Alberto Ferrando, e gli esponenti del Pd Giovanni Lunardon, Nino Miceli, ma anche i consiglieri del comune di Savona. Una dimostrazione della presa di coscienza che, arrivati a questo punto, serve un atto veloce della politica affinché la centrale possa ripartire”.
“Sul territorio ci sono 600 famiglie che rischiano di restare senza lavoro, il fatto di riuscire a portare avanti gli investimenti vorrebbe dire riuscire a creare altri posti di lavoro almeno per altri 5-6 anni rispettando l’ambiente e tutelando l’occupazione” prosegue Perozzi che a proposito del primo cittadino savonese precisa: “Berruti ci ha detto che si impegna a parlarne direttamente con il presidente del Consiglio (si incontreranno a Firenze in occasione di ‘Leopolda’, il ‘raduno’ dei ‘Renziani’, ndr): gli abbiamo fornito una copia del parere istruttorio conclusivo che riteniamo contradditorio. Crediamo che a questo punto la politica non possa più nascondersi dietro ad un dito, ma debba veramente fare qualcosa per la centrale di Vado Ligure”
“La fiducia nella politica devono dimostrarci che facciamo bene ad averla. In questo caso bisogna che si lavori per investimenti, industria, occupazione e tutela della salute e dell’ambiente” conclude Perozzi che sul futuro ammette di essere incerto: “Io non ho proprio idea di cosa potrei fare se andasse male. Io sono uno dei tanti lavoratori della centrale che è monoreddito con un figlio piccolo e con una mamma al minimo della pensione sociale. Quindi diventa indispensabile e ci batteremo fino alla fine perché la politica faccia il suo dovere”.
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