giovedì 2 ottobre 2014

ROMA:PROGETTAZIONE PARTECIPATA

ROMA
02.10.2014 -

Via Giulia, il parcheggio delle polemiche nella strada del Bramante

Tra le proteste per il destino incerto dei reperti archeologici è in corso il processo di partecipazione tra il I Municipio e i residenti. Oggetto della contesa la parte superiore del parcheggio

BENEDETTA MICHELANGELI
Se ne parla dal 2008 ma il cantiere, quello interrato, ha appena aperto. Il parcheggio di Via Giulia non trova pace. Tra associazioni ambientaliste che chiedono "più tempo" perché sei anni non bastano e residenti che pensano a salvare una porzione del parcheggio per creare un'area per la "ginnastica" dei loro figli il progetto conclusivo è tutt'altro che definito.

Oggetto del contendere è l'area di superficie del parcheggio.  E proprio per stabilire quale sarà la sua forma definitiva oggi si è nel pieno del processo di progettazione partecipata che sta coinvolgendo i cittadini, per chiudere la partita che interessa la strada progettata dal Bramante.

Nel pomeriggio di oggi, 2 ottobre, si terrà il secondo incontro tra I Municipio e residenti, dopo quello del 16 settembre, per discutere della sistemazione superficiale del parcheggio. Divisi in tre i gruppi di lavoro (Usi e funzioni dell’area, Arredo-Verde e Mobilità), i residenti dovranno arrivare alle linee guida da consegnare al Dipartimento Mobilità e Trasporti entro il 30 ottobre.

Un tavolo che il I Municipio ha voluto creare dopo l’approvazione del progetto del parcheggio interrato arrivato il 3 luglio da parte della giunta capitolina. Sì alla variante del progetto - si è passati da 405 posti auto a 293, con la diminuzione della cubatura dell’area-, resa necessaria a causa del ritrovamento nel 2009 di importanti reperti archeologicile scuderie di Augusto.

Parere contrario, invece, era stato dato per la sistemazione superficiale dell’area. Unica soluzione, quella di  riprogettare, stavolta tenendo in considerazione le linee guida di associazioni e residenti.

GLI STABULA DI AUGUSTO-Tantissime le polemiche sulla gestione di questi 7 mila metri quadri di sampietrini, una superficie più grande di quella di Piazza Farnese, in primis quelle riguardanti i reperti ritrovati nel 2009 e poi ricoperti con la pozzolana, ritenuta adatta per la conservazione del sito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. Decisione che ha fatto sollevare intellettuali, archeologi e associazioni che chiedono con forza un intervento del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini affinché  i reperti più preziosi non vengano sepolti ma valorizzati, e che ha portato anche all’interrogazione parlamentare del senatore PD Walter Tocci al ministro.

LE POLEMICHE- Molte realtà, tra cui Italia Nostra e Carte in regola, lamentano i tempi troppo rapidi per la consegna delle linee guida. “Il tempo è stetto sì, ma non inizia oggi. Dire che serve più tempo di così vorrebbe dire rinunciare. E noi non vogliamo rinunciarci”, è la risposta diSabrina Alfonsi, presidente del I Municipio. In effetti la vicenda del parcheggio di Via Giulia è aperta dal 2008. “Bisogna invertire questa tendenza. Il mio obiettivo è chiudere questa partita per restituire un’anima a questa parte di strada. Non ci può essere un cantiere aperto per così tanto tempo”, insiste l’Alfonsi.

Così, l’Associazione dei genitori del Liceo Virgilio che ha sede proprio in Via Giulia, vorrebbe una parte della piazza per l'ora di Educazione fisica dei propri figli. Paolo Gelsomini, del Coordinamento cittadini centro storico, è favorevole al processo di partecipazione ma non allo “spacchettamento” del progetto. Richiediamo che la partecipazione del sopra non sia condizionata totalmente da un parcheggio già fatto, per cui noi potremmo scegliere solo il colore del pavimento”. 

L’impegno di Italia Nostra è di “richiedere un processo che sia di vera partecipazione”. Cosa che, lamenta l’associazione, è mancata nella fase di approvazione della giunta che quel 3 luglio avrebbe deciso senza interpellare i cittadini.

A mettere in evidenza un altro nodo controverso del progetto è l’urbanista Paolo Berdini, il quale sottolinea che “il parcheggio di via Giulia è stato autorizzato ai sensi della legge Tognoli (n. 122/1989) che prevede esclusivamente (art. 9) la realizzazione di “parcheggi interrati”.
Questa stessa dizione compare negli elaborati tecnici del progetto, ma non è vero: il parcheggio è solo parzialmente interrato perché risulta essere fuori terra per un’altezza di circa due metri”. Chiede quindi al comune di “sospendere le autorizzazioni alla costruzione del parcheggio e chiarire il mistero del parcheggio interrato che non è interrato”. Tema affrontato anche dall’interrogazione parlamentare di Walter Tocci a Franceschini.

DALLO SVENTRAMENTO A OGGI- In realtà il buco nel cuore di Via Giulia c’è dal 1939, quando durante il fascismo la demolizioni di Palazzo Lais e Ruggia doveva portare alla costruzione di una strada di collegamento tra il carcere di Regina Coeli e la Chiesa Nuova.

Non se ne fece nulla, e negli anni quella parte di via Giulia è diventata uno spazio condiviso tra un parcheggio in superfice e un’area usata dagli studenti del Liceo Virgilio nell’ora di educazione fisica. Nel 2008 ecco il progetto per la realizzazione di un parcheggio interrato. Il sindaco eraWalter Veltroni, che si trovò a gestire l’emergenza traffico e quindi anche l’esigenza di nuovi parcheggi.

Il lotto di Via Giulia venne dato in concessione alla C.A.M. srl. per 90 anni:  un projet financing per la realizzazione del parcheggio. È durante gli scavi che tornarono alla luce gli stabula di Augusto, le scuderie delle factiones che correvano nel Circo Massimo. A questo punto la situazione si complica. La società concessionaria dovrà infatti presentare una proposta di musealizzazione dell’area archeologica, come richiesto dalla Soprintendenza speciale per i beni archielogici di Roma.

Il progetto cambia ed ora oltre al parcheggio ci sono anche un hotel di lusso e appartamenti, uniche strutture in grado di sostenere le spese che la musealizzazione dell’area avrebbe portato. Cambiamento che avrebbe reso necessario un intervento di composizione architettonica più complesso del semplice parcheggio interrato.

Il nuovo sindaco Gianni Alemanno lancia un concorso di idee per la sistemazione superficiale dell’area ad un pool di sette architettiDavid Chipperfiled, Roger Diener e gli italianiGiuseppe RebecchiniFranco Purini, Aldo Aymonino, Stefano Cordeschi e Paolo Portoghesi. Un concorso conclusosi con un voto da parte dei cittadini. Con il 65,2 % vince il progetto di Diener che prevedeva la costruzione di un giardino in superfice.

Ma la CAM decide di proseguire con il progetto di Stefano Cordeschi. Il progetto sembra decollare, ma tra le polemiche. “Irricevibile”, è il giudizio del Coordinamento per la tutela di Via Giulia, mentre l’allora ministro per i i Beni culturaliLorenzo Ornaghi chiede al Mibac di fare chiarezza.

Tutto bloccato dunque, fino all'arrivo della nuova giunta guidata da Ignazio MarinoEcco che si arriva al 3 luglio 2014 e alla decisione di approvare un progetto diviso in due. “Ma il nuovo progetto di parcheggio è ancora peggiore dei precedenti. La prescrizione a ridurre le dimensioni per non invadere troppo l'area archeologica ha indotto i costruttori a scendere in profondità e a realizzare un piano in più che risulta solo parzialmente interrato e quindi visibile sia da via Giulia sia dal Lungotevere", insistono a inizio settembre archeologi e urbanisti, rivolgendosi con una lettera-appello al ministro per i Beni CulturaliDario Franceschini. “Dobbiamo pensare che il progetto è comunque condizionato dal terreno. La pendenza esiste di fatto, perche quella di Lungotevere è diversa da quella di  Via Giulia”, risponde intanto Sabrina Alfonsi.

Il capitolo resta ancora aperto, così come il buco a Via Giulia, mentre il processo di partecipazione per quella via che prende il nome dal Papa con il “mal della pietra”, avanza.

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