La lezione americana sui gay: con più libertà si rafforza anche la lotta al terrore
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Sono negli Stati Uniti per un programma di visite organizzate dal Dipartimento di Stato. La giornata di venerdì, con i tanti, troppi morti, il dolore e la paura, vista da qui è stata un'altra giornata. Perché la notizia negli Stati Uniti è stata invece la sentenza della Corte Suprema sui matrimoni gay legali in tutti gli stati.
Correndo tra un appuntamento e l'altro tra Congresso, Commissione Esteri del Senato, National Defense College, ho visto tante tv accese su Washington, la Corte Suprema, il discorso di Obama, ma nessuna TV si soffermava su quello che stava accadendo tra Sousse, Lione, la Somalia e il Kuwait. Sono rimasta molto colpita, perché vedevo la conferma di quella distanza sperimentata da noi europei durante la marcia di Parigi dopo l'attentato di gennaio dove non erano presenti americani. Quella che noi percepiamo come distanza qui viene in ogni colloquio sottolineata come una richiesta pressante affinché l'Europa diventi leader positivo nel Mediterraneo, prendendosi la responsabilità di favorire sviluppo, stabilità e sicurezza sul fronte sud.
La giornata di oggi però vista da qui presenta una sfida: fare si che le due sponde dell'Atlantico, divise da priorità diverse, affrontino insieme le sfide di un mondo che cambia.
In fondo, la sentenza della Corte Suprema non deve esser vissuta come una notizia americana da vivere solo guardando in modo autoreferenziale alle conquiste raggiunte in questo paese. La sentenza di venerdì è ancora più simbolica in questa giornata, anche per l'Europa e per tutto il mondo libero anche perché è un passo in avanti verso una società più aperta, inclusiva, capace di dare spazio alle differenze. Proprio quella società che i fanatici assassini di oggi vogliono spaventare.
Va rinsaldato il legame transatlantico, la condivisione delle responsabilità internazionali, perché è solo dall'unione delle democrazie, dall'estensione dei diritti, che può scaturire la forza per contrastare il terrore, e per difendere i diritti di tutti, da Washington a Tunisi, a Kuwait City. È importante imparare a vivere in un mondo dove le vittorie per l'estensione dei diritti individuali si estendano a una concezione globale di questi, e a un impegno alla loro difesa ovunque.
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