La denuncia nell'interrogazione di 4 consiglieri comunali
Savona, maxi-deposito bitume in porto: "Gravi rischi per la salute"
lunedì, 29 giugno 2015
SAVONA - Un deposito di bitume aleggia su Savona e il suo simbolo, la fortezza del Priamar. Qui, nella capitale delle crociere, è in ballo un progetto per la realizzazione di un maxi-impianto per la movimentazione e lo stoccaggio di bitume allo stato liquido e - come tale - potenzialmente dannoso per l'ambiente e per la salute.
L'INTERROGAZIONE - A denunciarlo, nei giorni scorsi, l'interrogazione di 4 consiglieri comunali savonesi depositata nei giorni scorsi - e ripresa anche dal sito del "Fatto Quotidiano" - che pone l'accento sulle tante contraddizioni di un progetto lanciato nel dicembre 2011 e portato a tempo di record in Conferenza dei Servizi già il 19 gennaio del 2012.
"DANNO IRREVERSIBILE PER LA CITTA'" - L'opera, si legge sul Fatto.it,“rischia di provocare un danno irreversibile per la città e per la salute delle persone – spiega Daniela Pongiglione della lista Noi per Savona – Si tratta di bitume allo stato fuso, che produce idrogeno solforato. Una sostanza mortale se inalata in grandi quantità e tossica anche in piccole dosi, in caso di esposizione prolungata nel tempo”. Non solo. “Siamo di fronte a un materiale altamente infiammabile. Una bomba ad orologeria nel cuore della città turistica”.
COSTI - Costo dell’operazione: oltre 15 milioni di euro, 45mila tonnellate la capacità di stoccaggio annua prevista. Dietro il progetto ci sarebbe la forte spinta dell'Autorità portuale di Savona, fin dagli uiltimi anni di presidenza dell'ex numero uno Rino Canavese, dal 1996 al vertice del porto savonese. "Ci resterà fino all’ottobre 2012 - scrive "Il Fatto"- Prima di congedarsi, fa in tempo ad appaltare il progetto del mega-deposito alla Bit Savona Scrl, la società cooperativa di cui fa parte al 45% il gruppo Gavio. Lo stesso gruppo che pochi mesi dopo assumerà proprio l’ex presidente del porto ed ex parlamentare leghista Canavese con un ruolo manageriale di prestigio".
"COMUNE ASSENTE" - Assente ingiustificato nel dibattito: il Comune di Savona stesso, responsabile, secondo alcuni, di non aver partecipato al dibattito su un'opera molto impattante per il waterfront e la città. Nonostante gli esperti abbiano più volte sottolineato i rischi per la salute dei cittadini.
IL FUTURO - "Stando alla tabella di marcia - conclude l'articolo de "Il Fatto", l’opera dovrebbe partire ufficialmente nel 2016, per essere completata nel 2017. Mentre la vicina Vado Ligure fa i conti con l’inchiesta Tirreno Power, chiusa pochi giorni fa con 86 indagati – tra cui anche l’ex Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e la sua intera giunta – a Savona qualcuno sente già odore di deja-vù. Aspettando quello di bitume.
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