Deposito di bitume in porto, si riaccende la polemica. Mantero (M5S): "Savona presto pervasa da una nauseabonda puzza di zolfo, giunta Berruti assente"
La vicenda è stata contestata recentemente dal gruppo consiliare “Noi per Savona-Verdi” con un'interrogazione depositata da 4 consiglieri
Si riaccende la polemica sulla realizzazione di un deposito di stoccaggio di bitume vicino alla Punta Sant'Erasmo nel Porto di Savona. Previsti dall'amministrazione oltre 15 milioni di euro per un deposito che conterrà una quantità di 45mila tonnellate di stoccaggio annua prevista. A riprendere la vicenda, contestata recentemente dal gruppo consiliare “Noi per Savona-Verdi” con un'interrogazione depositata da 4 consiglieri, Il Fatto Quotidiano oggi in un articolo che ha parlato del maxi deposito di bitume come un “danno irreversibile per la città” e il deputato savonese del Movimento 5 Stelle, Matteo Mantero.
“Tra poco più di un anno Savona sarà pervasa da una nauseabonda puzza di zolfo e attraversata da 100 camion e un treno al giorno che movimenteranno fino a 400.000 tonnellate di bitume che a 165 °C attraverseranno la città -afferma il deputato grillino - Il deposito in porto di tutto questo sarà ubicato a meno di 300 metri dai bar e dai ristoranti della darsena, dai turisti delle navi Costa, dal Priamar e a meno di 700 metri dal Duomo e dal centro città. E per ironia della sorte anche dalla Torre Orsero, dal Crescent 1 e 2 che è ancora in fase di realizzazione”.
“Chi dovranno ringraziare per tutto questo i cittadini savonesi? Forse il gruppo Gavio che nel 2011 presenta il progetto di questo insediamento in porto? Forse Rino Canavese, ex rais del porto ed ex parlamentare leghista, che nel 2012 “prima di lasciare il suo incarico da’ il via libera alla realizzazione dell’impianto” e “che pochi mesi dopo sarà assunto proprio dal gruppo Gavio con un ruolo manageriale di prestigio”? Forse l’ex governatore Burlando e la sua ex-giunta che ha emanato prescrizioni solo di tipo architettonico e parlando di "disturbo olfattivo nel raggio di 3 Km"? O forse il sindaco Berruti e la sua giunta che non si sono presentati alla conferenza dei servizi convocata in sede referente e si sono lasciati “calare addosso” il progetto come detto dal vice sindaco anche per l’ormai tristemente nota Aurelia Bis? A noi tutto questo non sembra tanto in linea con turisti, crociere, smart cities e l’immagine turistica che l’Amministrazione vuole dare della nostra città. Berruti, la sua giunta e il PD a parole sono sempre leoni e pronti a salire sulle barricate per difendere la città, ma alla prova dei fatti, quando si deve fare la voce grossa in certi ambienti, pare che gli unici interessi a essere tutelati siano ben altri. Sono queste le persone e il futuro che vogliamo per Savona?”.
Anche il deputato genovese del M5S, Sergio Battelli è intervenuto in merito parlando di un "progetto allucinante" e postando la foto che riprende il cartello, modificato, all'ingresso della città di Savona con la scritta che, da "Savona, città del chinotto", si trasforma in "Savona, città del bitume": "Si tratta di bitume allo stato fuso, che produce idrogeno solforato, una sostanza mortale se inalata in grandi quantità e tossica anche in piccole dosi, in caso di esposizione prolungata nel tempo. Non solo. Siamo di fronte a un materiale altamente infiammabile. Una bomba ad orologeria nel cuore della città turistica - afferma - Savona dopo i veleni e gli 86 indagati per la centrale della Morte Tirreno Power sta portando avanti nel silenzio della politica, impegnata a "proporre" i vigilantes nelle spiagge per controllare. Mi aspetto una presa di posizione forte di tutti i cittadini, di tutti i piccoli imprenditori locali, delle amministrazioni locali vicine come Albisola, Celle Ligure, Varazze. Noi a Savona ci siamo già mossi presentando un'interrogazione urgente. Noi non staremo a guardare. Facciamoci sentire, tutti assieme, vogliono ancora una volta avvelenare il nostro territorio".
Il capogruppo di “Noi per Savona-Verdi”, Daniela Pongiglione, era intervenuta nel corso della Seconda Commissione consiliare convocata lo scorso 10 giugno sul tema esprimendo dubbi e rischi: “La Società BIT Savona (45% di Gavio, 45% di Giachino Bitumi e 10% di due imprenditori locali) nel 2011 chiese l'autorizzazione alla costruzione di un deposito di bitume. Con una tempistica straordinariamente veloce sia la Provincia sia la Regione approvarono il progetto. Il problema è che il bitume è considerato (giustamente) un "inerte" quando è allo stato solido. Ma quando viene manipolato, trasportato e stoccato (come è il nostro caso) deve essere tenuto allo stato liquido, cioè fuso, a una temperatura dai 145° ai 165° centigradi. Allo stato liquido non è più inerte, perché emette diverse sostanze chimiche pericolose per la salute. In particolare bisogna segnalare l'H2S (idrogeno solforato) che, se inalato in dosi massicce, è mortale, ma è molto dannoso anche se respirato a piccole dosi per tempio prolungato. Questa sostanza viene prodotta dal bitume caldo e manda un odore di uova marce che, secondo la relazione della Regione potrebbe essere percepito in un raggio di tre Km. Se misuriamo sulla pianta della Città, tale raggio copre da Albisola Mare alla Natarella a Lavagnola, praticamente questa puzza potrebbe raggiungere tutta la Città. Un altro problema è quello dei trasporti del bitume liquido. Esso deve avvenire su vagoni ferroviari o su autotreni speciali, dati l'alta temperatura del materiale trasportato e il pericolo di emissioni delle sostanze di cui sopra. La richiesta della Società BIT era accompagnata da due Relazioni tecniche preparate da due Studi di Ingegneria (Eclis di Savona e Benvenuto di Genova). Entrambi i lavori sono molto tranquillizzanti. Hanno però due difetti: 1) sono molto approssimative e non trattano argomenti nodali, elencati invece in altre relazioni allegate per impianti di questo tipo; 2) contengono affermazioni in contrasto con quanto sostenuto da relazioni internazionali molto qualificate. Ad es., lo Studio Benvenuto sostiene che, in caso di sversamento di bitume in mare, non ci sono problemi, perché il bitume si solidifica velocemente e può quindi essere raccolto con facilità. Invece in tutte le relazioni specialistiche sui bitumi si mette in guardia dal mettere in contatto il bitume con acqua o liquidi, perchè esplode!”.
A tutt'oggi il Comune non ha preso in esame il problema, né impostati piani di emergenza, né date prescrizioni alla Società BIT abbiamo deciso, come Gruppo di "Noi per Savona", di non arrenderci alle vergognose indifferenza e superficialità mostrate nei confronti del problema da parte di tutti gli Enti coinvolti (Regione, Provincia, Sovrintendenza Beni ambientali e architettonici e per il paesaggio, Agenzia del Demanio, Comune, Asl2, Vigili del Fuoco, Autorità portuale, Agenzia delle dogane, Capitaneria di porto, Consorzio per la depurazione delle acque). Perché gli interessi di un gruppo economico devono prevalere sul benessere di una intera Comunità? Perché l'ambiente della costa e della Città deve essere considerato proprietà privata di un ristretto numero di persone?
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