Sud Sudan, bambine stuprate e bruciate vive dall'esercito. L'orrore denunciato dagli investigatori Onu
Pubblicato: Aggiornato:
Soldati dell'esercito del Sudan del Sud hanno stuprato e arso vive bambine nelle loro case: è quanto emerge da un rapporto shock della missione Onu nel Paese, nel quale si denunciano "diffusi abusi dei diritti umani".
Gli orrori sono avvenuti nello stato settentrionale di Unity, dove l'esercito, nell'aprile scorso, ha lanciato un'offensiva contro i ribelli. "Sopravvissuti a questi attacchi hanno raccontato che l'esercito e le milizie alleate di Mayom hanno preso di mira la popolazione locale, uccidendo civili, distruggendo villaggi e costringendo oltre 100mila persone alla fuga", ha denunciato l'Onu.
La guerra civile è esplosa nel dicembre del 2013, quando il presidente, Salva Kiir, accusò il suo ex vice, Riek Machar, di aver organizzato un golpe. Da quel momento Kiir ha avviato una campagna militare, con omicidi di massa e violenze. L'escalation "non è stata solo marchiata da omicidi, stupri, sequestri, saccheggi e incendi, ma da nuove brutalità", ha sottolineato l'Onu. L'Unicef, all'inizio di giugno, aveva già denunciato crimini atroci contro i bambini.
Secondo i responsabili della missione delle Nazioni Unite nel Sud Sudan (Unmiss), i soldati di Juba si sono macchiati di "nuove brutalità" stuprando ragazze e bruciandole vive nelle loro case. In un rapporto diffuso oggi e basato su testimonianze di 115 tra vittime e testimoni, gli investigatori dell'Onu sui diritti umani hanno denunciato "abusi dei diritti umani su ampia scala" nello Stato dell'Unità, nel nord del Paese.
Nessun commento:
Posta un commento