sabato 26 settembre 2015

appello ai nonviolenti da ecumenici.it

Accolgo l'appello odierno di Enrico Peyretti sulla mailing list nonviolenti su "Le religioni neghino il diritto alla difesa armata". Quindi non solo la difesa nucleare distruttrice del Creato ma anche quella armata distruttrice dell'umanità. 
Apriamo così il meeting odierno sulla Salvaguardia del Creato; Se il meeting odierno è dedicato dal Papa nella città quacchera Philadelphia alle Famiglie tradizionali, noi tratteremo l'argomento delle adozioni delle famiglie gay o arcobaleno l'ultimo sabato del mese di ottobre. Siamo per una comunità religiosa inclusiva delle persone LGBT e dei loro diritti universali. Siamo certi che incontreremo il vostro favore come nei mesi di maggio e giugno scorsi.
Ma stiamo al nostro oggi con l'appello:
Le religioni neghino il diritto alla difesa armata
Continuo a sostenere che non basta che le religioni instillino negli animi mitezza. Questo è già un gran bene. Ma anche le religioni cadono nel giustificare le armi come mezzo estremo di difesa. Si sa che questo diritto viene quasi sempre abusato per offendere a fini politici, territoriali, economici. In realtà, il diritto-dovere di difesa armata come extrema ratio, è oggi completamente fallito. La distruttività è arrivata al massimo, è totale, e può scattare ad ogni istante. Le armi non difendono più. Sono pura follia anti-umana. Le religioni devono capire che tocca a loro, tutte, scoprire le realtà storiche di difesa senza armi, che sono possibili quando i popoli prendono coscienza della loro forza nonviolenta verso i poteri ingiusti. Le religioni sono ancora troppo rassegnate ad un realismo disastroso e minaccioso per tutta l'umanità. Cultura e movimenti anti-armi-omicide ci sono, hanno esperienze, hanno progetti seri, che rispondono al meglio delle aspirazioni religiose: una vita insieme senza offesa e dolore inflitto. Il male c'è ma le religioni devono sapere e insegnare che ci sono forze umane e divine per combatterlo senza duplicarlo. Lo sanno, ma non sviluppano ancora abbastanza in termini di vita sociale questa coscienza e impegno. E' un ritardo grave, quando non è complicità.
Enrico Peyretti
Apoello da far circolare anche nella Vostra rete di contatti. Grazie

Nessun commento:

Posta un commento