Il Sud non è il ghetto dell'Italia
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La rincorsa a definire il Sud geneticamente modificato dalla crisi economica ed etica da scrittori, magistrati, imprenditori, politici e statisti di ogni piccola grandezza, che si affannano a scaricare su queste terre la loro incapacità e la loro responsabilità di non aver saputo fare il loro dovere o aver saputo svolgere il proprio compito, ormai assume quasi i contorni di un olimpiade dove vince chi riesce ad esprimere il giudizio più negativo.
Certamente i problemi sono reali e la crisi ha peggiorato estremizzando tante brutture: l'illegalità si è fatta più crudele, anche perché nelle sue file attira sempre più giovani, che rinunciano agli studi o anche solo alla scuola dell'obbligo abbagliati da possibilità e miraggi offerti dalla spettacolarizzazione del crimine in tutte le sue forme, il disagio portato dalla desertificazione industriale ha impoverito di competenze professionali e fatto fuggire molte delle migliori leve altrove dove le condizioni per realizzare il futuro sembrano più rosee.
Eppure il meridione non è solo questo anzi spesso è soprattutto coraggio, creatività, ingegno. Ci sono aree che in Sicilia si sono rigenerate nel tentativo di ricreare le condizioni ideali per un ritorno tech e green alla terra, ma anche nella raffinazione petrolchimica l'isola più grande del Mediterraneo continua a far scuola, in Puglia nasce e fiorisce ogni giorno un distretto della tecnologia che stimola la nascita di startupper e di nuove e giovani aziende. La Campania da sola traina l'Italia nell'industria conserviera, in Europa eccelle nel sistema avionico e nell'aerospazio, dalla Basilicata alla Puglia poi tutto il settore metalmeccanico riprende con forza quote di mercato e la stessa Calabria tenta la ripresa nel settore ittico e portuale, insomma non solo soprusi, non solo disgrazie, non solo paura o illegalità, ma anche speranza, lavoro, modernità che avanza nonostante la continua e colpevole mancanza dello Stato.
Raccontateci perché pur conoscendo le piazze di spaccio, i siti illegali, quelli inquinati, i problemi legati al lavoro, pur professando le tante infinite ricette non riuscite a risolvere nulla, provateci prima di parlare, annunciare, sbraitare contro queste terre ed i suoi abitanti, a vivere a queste latitudini, a svegliarvi baciati dal sole quasi tutto l'anno, a vivere circondati dall'affetto di tanti uomini e donne perbene, provate a sorprendervi per il profumo dei limoni o del mare, provate a vivere qui dove tradizioni antiche sopravvivono e circondano anche le cose terribili che purtroppo non mancano.
Cercate, come facciamo noi ogni giorno, di trovare il sole anche dietro le nubi tempestose della burocrazia, degli spari tra la folla, dei disastri ecologici, resistete ed investite cuore e denaro qui dove serve di più, create lo sviluppo non a parole, ma con azioni concrete e quando avrete fatto tutto questo giudicateci e vi scoprirete finalmente liberi dal confine geografico che limita le vostre menti ed i vostri ragionamenti perché parlerete finalmente di Italia.
Noi non siamo certo il vostro ghetto, al contrario forse restiamo l'unica vera porta che potete ancora aprire per entrare nel domani!
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