di June Eric-Udorie*
Ho chiesto ad alcune amiche cosa avrebbero voluto per il loro diciassettesimo compleanno. Le risposte mi hanno sconvolta. Una ragazza ha detto che vorrebbe farsi “spuntare” le grandi labbra perché le trova “anormali” e non può nemmeno immaginare che il suo futuro fidanzato le veda e, dopo averle viste, continui ad amarla.Un’altra ha esclamato che voleva un lavoretto alle tette, così forse finalmente avrebbe trovato un ragazzo. L’ultima ha detto quietamente che vorrebbe cambiarsi la faccia, perché sino ad ora, con quella che ha, non è riuscita a farsi amare da nessun uomo.
Quello che mi più mi ha sconvolta delle loro risposte è che queste ragazze erano disposte ad andare agli estremi pur di cambiare i loro corpi, per gli uomini. Forse, la cosa più triste è che a sedici anni, la mia stessa età, la loro principale preoccupazione è trovare un fidanzato. Le biasimo? Assolutamente no. Sono cresciute in una società in cui fin da quando siamo piccolissime ci dicono che trovare il “Principe Azzurro” è di grandissima importanza ed è il primo punto dell’agenda di una donna.
Queste ragazze sono cresciute in una società dove sono state bombardate con standard impossibili di bellezza, una società dove come sappiamo bambine di cinque anni si preoccupano del loro peso e del loro aspetto, una società che ha messo l’enfasi sull’uomo come forza dominante di controllo e potere, mentre la donna è la versione disumanizzata dell’uomo ed esiste solo per essere priva di potere e da lui controllata.
Perciò, è perfettamente sensato tagliare le grandi labbra, allargarsi il seno e cambiare faccia, perché noi esistiamo per compiacere gli uomini, ma purtroppo dobbiamo tenere in mente che non saremo mai eguali agli uomini. Essendo io stessa una giovane donna, sono investita anch’io dalle pressioni, tuttavia sono stata in grado di maneggiarle e di ignorare la maggior parte delle angosce relative al mio aspetto e al mio corpo: sono costantemente al lavoro sull’amare me stessa. Ma questo non è vero per ognuna di noi, troppe donne e ragazze odiano i loro corpi e devono anche affrontare il sessismo su base quotidiana.
A scuola i ragazzi portano e guardano pornografia dove le donne sono disumanizzate, ferite, umiliate, ridotte ad oggetti con cui gli uomini giocano per la propria soddisfazione. Numerosi siti sul web fanno pressione sulle ragazze e sono usati per ridurre l’autostima e il senso del proprio valore nelle giovani donne. Le ragazze della mia età e più giovani di me vivono questo ogni giorno. Se per un momento una ragazza cede alle pressioni e per esempio manda la foto in cui è nuda a chi gliela sta chiedendo da un mese almeno, non è più una bigotta bacchettona: adesso è una vacca, una troia, una puttana. Di colpo, c’è solo lei da biasimare, le richieste e le pressioni sono ignorate, perché dopotutto è SEMPRE colpa delle donne.
Sessismo, molestie, aggressioni e abusi nei confronti delle ragazze sono dilaganti nelle nostre scuole, ne ho fatto esperienza di prima mano e sono sicura di non essere la sola. Abbiamo bisogno di un grande mutamento, in cui si cominci a vedere le donne come esseri umani. Fra quindici o vent’anni vorrei vedere mia figlia con un costume da Uomo Ragno e una coroncina in testa e nessuno che sollevi obiezioni… ma più di tutto, vorrei vedere una generazione di ragazze che sanno di essere perfette proprio come sono e che per il loro compleanno vorrebbero un libro su come dirigere il mondo, invece di farsi “spuntare” la vagina.
* Tratto da: “I want my labia’s trimmed – why we really need girls to start believing in themselves”, traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo (giornalista, scrittrice e regista teatrale femminista, autrice del blog lunanuvola, dove è stato pubblicato questo articolo). June è una giovanissima femminista di origine nigeriana che vive in Gran Bretagna. Volontaria di Plan UK, lavora sulla lotta alle mutilazioni genitali femminile e su altre istanze di salute sessuale e riproduttiva; fa parte del network per i diritti umani di donne e bambine Girls’ Globe, ama la musica e i libri. |
venerdì 26 dicembre 2014
tagliare il sessismo
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