Ricordando la chiusura dei manicomi oggi festeggiamo la fine degli opg
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Per chi ci ha avuto a che fare, oggi è una giornata particolare: gli Ospedali psichiatrici giudiziari lasciano il posto alle Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza (Rems) . Una data simbolica, anche perché il percorso non si chiude completamente e non è certamente iniziato a dicembre 2011, con il varo del decreto che ha disposto il termine delle strutture che hanno preso il posto dei manicomi. Si tratta comunque, però, di una data storica.
Il risultato di oggi parte da lontano. Può essere utile, soprattutto per i giovani, ricordare l'origine di una battaglia, quella contro strutture che hanno assunto le sembianze di veri e propri "lager", che è iniziata tanti anni fa.
Negli anni Ottanta su "l'Espresso" fu una indimenticabile e straziante inchiesta di Gad Lerner, insieme al parlamentare verde Franco Corleone, a rivelare l'orrore dell'Opg di Agrigento. Con un lavoro non facile di ricerca, sono riuscito a recuperare le pagine di quel servizio giornalistico, che ripropongo qui.
L'impegno del direttore di allora del settimanale, Giovanni Valentini, insieme a Lerner, diede vita ad una vera e propria campagna di opinione, culminata anche nel concerto evento "per non dimenticare" di Domenico Modugno ad Agrigento nel 1989, insieme a Maurizio Costanzo e ai radicali. Ci furono poi anche gli articoli del "Corriere della Sera", le mobilitazioni, si susseguirono le denunce pubbliche e anche quelle giudiziarie.
La Rai, il servizio pubblico, potrebbe valutare di promuovere approfondimenti e documentari sul mondo dei malati psichiatrici, per ricordare la lunga strada che ha portato alla chiusura degli Opg, magari con la messa in onda di film semplici ma di effetto come ad esempio 'Si può fare' con Claudio Bisio. Potrebbe essere interessante, per i telespettatori, ripercorrere quella storica campagna di civiltà partita con "l'Espresso", con i protagonisti Valentini, Lerner, Corleone, Cancrini, Costanzo, Pannella, Rita Bernardini.
Informare in cittadini è il modo migliore per evitare che si alimentino confusione e discredito, fomentati magari per misere e pericolose polemiche politiche da campagna elettorale, come quella sollevata da Matteo Salvini.
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