domenica 29 marzo 2015

cosa succede a Timbuctu' nel Mali?

vo articolo su Comune-info

A Timbuktu la barbarie, in Occidente la putrefazione

by Citta invisibile
lib
di Lucilio Santoni*
Prendo spunto da un bellissimo articolo di Flore Murard-Yovanovitch apparso alcuni giorni fa su Comune (Timbuktu. La poesia che svuota la barbarie), nel quale l'autrice sostiene che il nuovo fascismo jihadista vuole sradicare dalla società ogni fantasia, ogni sensualità e ogni rapporto creativo uomo-donna. Mi sembra un'analisi perfetta. Sempre il potere religioso/politico opera questo tentativo di repressione. Pensiamo anche alla nostra cultura bigotta che dominava la scena sociale fino a qualche decennio fa.
Vorrei però provare a confrontare le nostre libertà, che chiameremmo del liberismo capitalista, con quell'oscurantismo fanatico.
I pazzi jihadisti vietano canti e balli. Noi abbiamo i canti e balli delle veline, dei vip, insomma del trash televisivo. I pazzi jihadisti vietano i poemi. Noi non sappiamo neppure cosa sia la poesia e la offendiamo ogni giorno. I pazzi jihadisti vietano alle venditrici di prendere il pesce con le mani nude. Anche da noi le commesse dei supermercati devono usare i guanti. Quelli vietano di giocare al calcio. Noi lo guardiamo come spettacolo di corruzione e potere. Gli jihadisti vietano di parlare al cellulare. Noi lo usiamo per inquinare l'etere con cumuli di sciocchezze.
Si dirà, sempre meglio avere le nostre libertà, poiché ognuno potrà usarle come crede, magari per sottrarsi al dominio del mercato e dello spettacolo. Su questo non c'è dubbio e non voglio certo trovare scuse al sistema della repressione. Ma c'è un aspetto del confronto fra i due mondi che vale la pena di considerare seriamente: quello deldesiderio.
La repressione non sradica mai il desiderio. Anzi, addirittura, lo accresce, lo amplifica, lo mantiene all'altezza del suo compito, che è precisamente quello di accendere la vita, dandole un porto verso cui navigare, dandole un senso. Se la repressione avrà un termine, il desiderio tornerà a sbocciare rigoglioso.
Il liberismo capitalista del mercato e dello spettacolo, invece, non mettendo limiti alle azioni umane, anzi, spazzando via ogni limite, considerato alla stregua di residuo del passato, in realtà, soffoca il desiderio, cancella lo slancio erotico, la sensualità e la fantasia. Se c'è un limite, c'è anche la possibilità di superarlo. Se limite non c'è, tutto è possibile e, per ciò stesso, niente è possibile, neppure la vita, quella amorosa, passionale, sensuale e desiderante.
I pazzi jihadisti sono dei barbari, è vero, secondo l'etimo greco, cioè emettono suoni animaleschi e incomprensibili che nulla ricordano della dolcezza della quale pure è fatto l'essere umano. Ma la nostra società, dove più nessuno è barbaro poiché tutti si comprendono l'uno con l'altro nel linguaggio del profitto e della competizione, ristagna in un mefitico odore di putrefazione.

Scrittore, traduttore, autore di video, organizzatore di eventi letterari e teatrali, Lucilio Santoni vive a Cupra Marittima (Ascoli Piceno). Tra i suoi libri: L’infinito nella voce – Su poesia e psicoanalisi (Franco Angeli), Fusa e parole – Tra umanità e gatti (ed. Infinito), Cristiani e anarchici – Viaggio millenario nella Storia tradita verso un futuro possibile (ed. Infinito). Il libro Corpo di guerra (La Stamperia dell’Arancio) è anche un’opera musicale edita da il manifesto.

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