In
queste settimane ho lavorato, insieme a molti amici, al progetto di
una “coalizione civile, sociale e popolare”, alternativa al
sistema dominante in Liguria. Un progetto capace di guardare a
sinistra ma non solo, perché vuole mobilitare le coscienze e le
passioni civiche di tutte le persone ammutolite di fronte a
consuetudini stratificate di malaffare, mediocrità politica, assenza
di visione, danni costanti alla cosa pubblica e al territorio. La
forza di questo progetto è tutta nella capacità di coinvolgere e
aggregare dal basso, di creare fiducia non solo attraverso iniziative
e vertenze politiche ma anche e soprattutto attraverso pratiche
solidali e mutualistiche capaci di dare risposte concrete ai bisogni
delle persone.
Ho cercato fino all’ultimo l’alleanza, in vista delle elezioni
regionali, con i piccoli partiti della sinistra, ma il tentativo è
stato reso impossibile da una operazione politica vecchia e stantia,
organizzata da minoranze partitiche che contano sempre meno, non
hanno una reale visione alternativa e si rifugiano da tempo in una
cultura minoritaria e perdente che parla a pochissimi e allontana le
tante persone disamorate dalla politica per colpa di questa politica.
Non rinnego il tentativo, che andava fatto: ma l’esito è stato
fallimentare, e le responsabilità politiche sono evidenti. Non
esistono dunque le condizioni perché io possa accettare la proposta
che mi è stata fatta dal candidato a Presidente e dai dirigenti
nazionali dei piccoli partiti di aderire a questa operazione
assumendo il ruolo di capolista.
In
questi giorni ho discusso a lungo con gli amici che mi hanno proposto
e sostenuto. E’ cresciuto il consenso attorno a noi, forte era ed è
la spinta a presentare una lista civica alle elezioni. Ma ho voluto
ancora una volta compiere un atto di responsabilità, l’ultimo: ho
deciso di ritirare la candidatura. L’ho fatto nel nome della lotta
alle frammentazioni e alle divisioni, un sentimento da molti
condiviso, di cui mi sono fatto carico.
Spero
che questo atto possa ancora far riflettere sulla mia proposta,
finora rifiutata, di una nuova candidatura unitaria, che eviti il
danno di una dispersione dei consensi all’interno del campo dei
cittadini impegnati per il cambiamento, potenzialmente maggioritario.
Confesso
che il mio rientro nella politica tradizionalmente intesa, dopo otto
anni di impegno sociale e culturale dal basso, è stato drammatico.
Ora sono pienamente consapevole che l’obiettivo che mi ha sempre
mosso, quello della riforma dei partiti e della loro apertura alla
società, deve fare i conti con quella che purtroppo è la realtà:
oggi sopravvivono i resti disperati di un sistema che ha condotto
allo smantellamento inesorabile di una politica ormai screditata agli
occhi dei cittadini.
Il mio
atto non è però di abbandono, anzi: ho deciso di lavorare per
costituire il movimento “La Buona Onda”, con l’obbiettivo di
costruire insieme alle tante altre associazioni -a partire da “Altra
Liguria”, che con tanto calore mi ha accolto- e a tutte le persone
interessate la “coalizione civile, sociale e popolare” della
Liguria. Una grande forza civica organizzata, radicata nei territori,
che collabori con le forze di base e civiche che si battono per un
cambiamento radicale. Durante la campagna elettorale stimoleremo il
dibattito pubblico con interventi sui principali problemi della
regione. Costruiremo un osservatorio sulle politiche regionali, con
proposte specifiche e un monitoraggio stretto di chi governerà.
Soprattutto ci impegneremo per una cultura politica nuova, che potrà
supportare la nascita di liste civiche di cambiamento alle elezioni
future e rafforzare un processo dal basso come contributo della
Liguria alla coalizione sociale che sta crescendo nel Paese. La
“Buona Onda” di entusiasmo, di centinaia di proposte di programma
che mi sono arrivate, testimonia che la voglia di un cambiamento
radicale è molto forte. “La Buona Onda” organizzerà questa
spinta genuina e popolare: non è una scelta di testimonianza, ma ha
lo spirito di una alternativa di governo.
Un
grazie di cuore alle migliaia di persone che in questi giorni hanno
voluto manifestarmi affetto e vicinanza politica, a “Altra
Liguria”, ai Verdi e soprattutto agli amici del “gruppo di San
Torpete”, i primi a credere in me.
Giorgio
Pagano
Nessun commento:
Posta un commento