Via libera del comitato portuale all’acquisizione del Vio, Miazza: “E’ la prova che non si è fatto per salvare Orsero”
Votata quasi all'unanimità la variazione di bilancio che consente all'operazione di proseguire. E Miazza ricorda: "Dicevano che senza il Gf Group non avrebbe potuto ristrutturare il debito, invece..."
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Savona. “Questa è la dimostrazione che l’operazione Vio non è stata fatta per ‘salvare’ gli Orsero come qualcuno aveva insinuato”. Lo dice con eleganza e toni pacati, come suo costume, ma le parole hanno ugualmente il loro peso: e così il giorno in cui il comitato portuale dà il via libera alla variazione di bilancio che consente di perfezionare l’acquisizione delle quote di GF Group nel Vio è quello della chiarezza per Gianluigi Miazza, presidente dell’Autorità Portuale savonese.
Miazza approfitta dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in merito a un’operazione che secondo alcuni era stata studiata come “scialuppa di salvataggio” per il GF Group. “Oggi il comitato ha votato favorevolmente, senza pareri contrari e con un solo astenuto – annuncia – l’operazione è ancora subordinata ad una serie di incognite che dovranno realizzarsi, ma con l’approvazione della variazione di bilancio può continuare”.
Ora la delibera verrà trasmessa ai ministeri competenti (Infrastrutture ed Economia) e dovrà avere una valutazione formale prima di essere operativa: “A quel punto si potrà procedere se verranno completati anche gli altri passaggi, cioè l’omologazione del piano di ristrutturazione del debito (che di recente è stato approvato anche per quanto riguarda il gruppo Orsero), per poi dare luogo all’operazione se la Corte dei Conti nel frattempo non avrà segnalato (così come non ha fatto fino ad oggi) alcun tipo di illegittimità sull’operazione”.
E il nodo nevralgico risiede proprio nella ristrutturazione del debito: lo scenario odierno, secondo Miazza, mette a tacere le illazioni del passato. “E’ stato detto, ad esempio, che la ristrutturazione del debito della società Gf Group non sarebbe mai stata portata a termine senza il compimento dell’operazione Vio – ricorda – e invece mi risulta sia stata sottoscritta nella giornata di ieri, o forse settimana scorsa. Quindi vuol dire che l’operazione Vio, che sicuramente magari è un pilastro dell’opera di ristrutturazione, non era poi così fondamentale, né l’unico modo per riuscire a sistemare le cose. Dal punto di vista pratico si tratta di un’operazione che permetterà al porto di Savona di completare l’investimento strategico in modo adeguato, e di sviluppare una pianificazione che riguarda anche posti di lavoro ulteriori rispetto a quelli che abbiamo già annunciato”.
Tra gli altri temi del comitato anche l’approvazione del piano di razionalizzazione delle società partecipate. Ad oggi sono sette: il piano approvato all’unanimità prevede di mantenere la partecipazione della società (ritenuta indispensabile) di Savona Port Service, Interport di Vado Vio, Rivalta Terminal Europa e Ips, mentre considera non indispensabile (quindi oggetto di possibile cessione) la partecipazione a Funivie, Fernet e Filse. “La legge ci imponeva di valutare cosa fosse indispensabile e cosa non lo fosse – spiega il presidente – Delle nostre sette ne abbiamo ritenute indispensabili quattro, per le altre tre attendiamo gli esiti del nostro ministero che dovrà emettere un decreto per stabilire la dismissione della cosa e la quota a cui vendere a terzi”.
Il comitato è stato anche l’occasione per tornare a parlare dei temi connessi al futuro del porto. In primis il rischio accorpamento: “I campanelli di allarme non sono mai scemati – ammette Miazza – ma dal punto di vista pratico c’è la serena consapevolezza di aver trasmesso a tutti quelli che oggi possono governare la vicenda (a partire dagli organismi locali, quelli regionali e quelli nazionali) l’importanza del lavoro e del ruolo che Savona sta svolgendo nel panorama nazionale con i suoi 850 milioni di euro di investimenti. Ho la sensazione che nel mese di aprile possano anche essere resi pubblici i lavori relativi alla formazione del famoso piano delle infrastrutture nazionale, in cui Savona reciterà un ruolo sicuramente rilevante”.
Conclusione sulla piattaforma: “Tutto sta procedendo secondo i piani, abbiamo circa 500 milioni di lavori che sono in pista. Quest’anno dovremmo aprirne altri 80 che verranno fatti probabilmente nei prossimi mesi fino alla fine del 2015. Fisicamente oggi la piattaforma è intorno al 30-35% del suo percorso: se non accadranno cose sgradevoli nel frattempo, attendiamo la prima nave a fine 2017 o inizio 2018“.
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