Anche le bibite dietetiche favoriscono diabete e infarto
Sempre più studi attestano come i dolcificanti sintetici utilizzati per le bibite dietetiche possano favorire diabete di tipo 2, ipertensione, sindrome metabolica, ictus e infarto. Insomma, quello che per anni ci è stato raccontato che ci avrebbero aiutato ad evitare.
di Redazione - 28 Aprile 2015
Il gigante PepsiCo ha annunciato che a brevissimo abbandonerà l’aspartame nei suoi prodotti per sostituirlo con un mix di sucralosio e acesulfame potassico. La ragione è il calo delle vendite, un -5,2%, superato però dalla rivale Diet Coke, che ha segnato un flop ancora maggiore, il 6,6%. Chissà...qualcosa comincia a trapelare. In effetti da anni ormai la ricerca ha sottolineato i rischi per la salute dovuti all’aspartame. Ma è il solo? Il mercato delle bibite dietetiche comunque tiene ancora e rappresenta un grande business. Negli Stati Uniti rappresenta il 27,5% dei 73,6 miliardi di dollari che è il mercato dei cosiddetti soft drinks, secondo Beverage Digest.
Ma non crediate che i dolcificanti sintetici siano solo nelle bibite; sono presenti anche in molti altri prodotti alimentari (leggete sempre le etichette). Come spiega Tom Philpott di MotherJones, diversi studi hanno dimostrato che i dolcificanti sintetici favoriscono proprio le malattie dalle quali la pubblicità diceva ci avrebbero protetto: diabete di tipo 2, ipertensione, sindrome metabolica, ictus e infarto. Nel 2012 uno studio dell’università di Miami ha concluso che chi beveva almeno una bibita dietetica al giorno aveva il 43% di probabilità in più di essere colpito da ictus e infarto rispetto a chi non ne beveva, anche dopo i controlli per il peso, la pressione, il colesterolo, l’assunzione di calorie e di sodio. Un altro ampio studio pubblicato nel 2009 ha trovato che i bevitori abituali di bibite dietetiche hanno il 67% di probabilità in più di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi non le beve. La neuroscienziata comportamentale della Purdue University, Susan Swithers, ha spiegato che questi dolcificanti confondono la risposta allo zucchero del nostro apparato digerente. Il gusto dolce è per l’organismo il segnale che sta arrivando zucchero e il corpo inizia a produrre gli ormoni digestivi per quel target. Ma poi lo zucchero non arriva e il corpo si confonde e test sugli animali hanno dimostrato che si altera la capacità di regolare i livelli di zucchero nel sangue.
Due nuovi studi suggeriscono un altro possibile meccanismo. I dolcificanti artificiali danneggiano i miliardi e miliardi di microbi che vivono lungo il tratto digerente, cioè il microbioma intestinale. Vengono colpiti quei batteri, secondo gli scienziati, che definiscono quante calorie vanno tratte dal cibo che mangiamo. Il primo studio, pubblicato su Nature da un team di ricercatori israeliani, ha visto che i topi alimentati con acqua dolcificata con dolcificanti sintetici (saccarina, aspartame e sucralosio) avevano una maggiore predisposizione a sviluppare intolleranza al glucosio, segnale precursore del diabete. In un altro studio, pubblicato su PlosOne, i ratti alimentati con aspartame hanno mostrato livelli di glucosio elevati e una minore tolleranza all’insulina. Le analisi delle feci hanno anche mostrato come l’aspartame induca modifiche nei batteri intestinali e aumenti la presenza di microbi associati al glucosio.
Insomma, se vogliamo “farci del bene”, anziché bere le bibite dietetiche evitiamo o riduciamo drasticamente i cibi e i gusti dolci. E impariamo nuovamente a nutrirci con ciò che ci preserva la salute veramente.
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