Quale carne vogliamo?
Complice l’Expo, Report ha ieri inaugurato una nuova rubrica dedicata a cibo e alimentazione a cura di Sabrina Giannini. Per essere precisi, la rubrica intitolata «Nutrire il Pianeta» si occupa di sicurezza alimentare, in particolare Gabanelli ci propone: «Sei approfondimenti sull’etichettatura, o sui falsi slogan del Made in Italy o quello “del cibo italiano migliore”, utilizzati spesso a vantaggio di coloro che invece stanno distruggendo le eccellenze e le tipicità di interi settori agroalimentari. Stiamo parlando degli stessi grandi gruppi dell’agrobusiness ai quali i nostri politici hanno offerto le vetrine dell’Expo solo perché si fregiano del terzo brand più famoso al mondo, quello del Made in Italy appunto. La palla ormai è in mano soltanto a noi consumatori, che scegliendo, possiamo salvare le vere eccellenze e la nostra biodiversità, e originare e alimentare un sistema virtuoso che possa “nutrire il pianeta” nel rispetto anche degli animali e delle risorse. Però dobbiamo sapere ciò che spesso ci viene volutamente e sapientemente occultato». E sicuro, siamo a primi a spronarvi a conoscere il vostro cibo per fare scelte dettate dalla vostra e non dalle esigenze di mercato. Eppure, come nel caso dei biologico (ne abbiamo parlato qui), non sarebbe stato male avere, oltre la denuncia, la proposta.
Ieri si è parlato di carne, di allevamenti intensivi, di come i vitelli vengano dopati per ottenere carni bianche, magre e comumnque conformi ai desideri del mercato (e la prima domanda ci viene è: ma come si fa a pensare che la carne di vitello sia bianca?), e di vitelli fatti “rinvenire” con anabolizzanti e altre schifezze, e dei conseguenti ai pericoli per noi consumatori. Il tutto a partire da un’inchiesta aperta dalla magistratura di Cuneo senza la quale «Oggi le carni dopate di migliaia di vitelli sarebbero finiti sulle tavole». Onore a Report che porta all’attenzione argomenti ostici, e spesso taciuti. E naturalmente non può che non farci piacere che si parli di cibo, allevamenti e sicurezza alimentare. Vi invitiamo perciò a rivedervi il servizio che trovate aquesto link.
Ma non possiamo non aggiungere qualche suggeriemnto su quale carne scegliere (sempre meglio poca ma buona) e ricordarvi che sta a noi consumatori orientare il mercato. Sicuramente, come ci fa notare la trasmissione, le istituzioni – Ue in primis – dovrebbero migliorare i sistemi di verifica: perché non rendere obbligatorio l’esame del pelo che conserva i residui di anabolizzanti per settimane invece che utilizzare i soliti prelievi che, abbiamo visto, lasciano il tempo che trovano considerato che dopo qualche ora non ne segnalano più la presenza di sostanze proibite? Ma come dicevamo, noi per primi possiamo e dobbiamo influenzare il mercato. E sappiamo come: informiamoci, capiamo da dove proviene la carne che compriamo, scegliamo quella allevata con metodi estensivi. Per aiutarvi possiamo segnalarvi i nostri Presìdi, come ad esempio quello della razza piemontese. Ce ne sono però in tutta Italia,scopriteli qui tutti.
E poi non dimenticate i nostri consigli per un consumo di carne consapevole, che sia buona, pulita e giusta. Per mettere a vostra disposizione tutte le informazioni sull’argomento abbiamo una dedicato una bella sezione su slowfood.it e da poco pubblicato on line il sito della nostra campagna Slow Meat.
P.S.
In bocca al lupo per la nuova rubrica, ovviamente noi siamo più che disponibili per approfondimenti e verifiche e ci offriamo volontari! Non sarebbe male andare oltre la denuncia e suggerire ai consumatori quale strada possono percorrere…
In bocca al lupo per la nuova rubrica, ovviamente noi siamo più che disponibili per approfondimenti e verifiche e ci offriamo volontari! Non sarebbe male andare oltre la denuncia e suggerire ai consumatori quale strada possono percorrere…
A cura di Michela Marchi
m.marchi@slowfood.it
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