di Domenico Finiguerra
Milano. Maggio 2015. Ci siamo. Il conto alla rovescia sta per terminare. Sono finalmente giunte le giornate tanto attese da milioni di persone. Finalmente si potrà parlare davvero di cibo, di alimentazione sana e genuina. Nella metropoli milanese si affronteranno le criticità e le contraddizioni del vigente modello di sviluppo e della necessità di invertire la rotta, per abbracciarne uno diverso, equo e sostenibile. Saranno grandi manifestazioni in cui si animeranno discussioni in padiglioni che magari, a causa della fretta, non saranno perfetti o collaudati, ma si tracceranno le ipotesi attorno alle quali costruire un’idea di futuro diversa, una modalità migliore per nutrire il pianeta e dare energia e diritti alla vita di tutti. Anche le multinazionali, da quelle che controllano le sementi a quelle del cibo rapido, da quelle che hanno messo a disposizione le loro risorse per rendere più efficienti le gestioni dei beni pubblici e comuni, come l’acqua, ai campioni mondiali di bibite gassate, avranno il loro giusto spazio.
E poi, come richiesto dal premier Renzi, si metterà in mostra anche ciò di cui è capace l’Italia. I suoi sogni di grandeur, i suoi programmi di opere faraoniche, le sue ricchezze da sfruttare, i nuovi scenari che grazie alle recenti riforme fortemente volute dal governo, come il Jobsact e lo Sblocca Italia, si potranno disegnare per rilanciare la crescita dei protagonisti dell’economia e della finanza italiani. Conosceremo le gesta degli attori politici che hanno avuto un ruolo fondamentale e decisivo nella determinazione della situazione economica, sociale ed ambientale in cui ci troviamo. Si analizzeranno perfino le meravigliose nuove procedure di affidamento diretto e senza gara pubblica sperimentate, talvolta con grande soddisfazione, per alcuni, a partire proprio dal settore del cibo, in ossequio al tema dell’evento.
Si conteranno i posti di lavoro creati in questi anni di preparazione all’esposizione universale, si daranno i dettagli della grande opportunità regalata ai giovani di tutta Italia di poter beneficiare di tablet e gadget in cambio del loro impegno gratuito, per la patria, e di quante “star” del sistema culturale e culinario italiano hanno messo a disposizione con entusiasmo la loro sapienza in cambio di pochissimi milioni di euro rispetto ai miliardi che è costato complessivamente Expo2015 alle casse pubbliche.
Infine, si mostrerà anche quello che è diventata Milano. Le costruzioni avveniristiche, le vie d’acqua, le autostrade comode e veloci, che senza traffico, permettono quasi di poterci giocare a pallone sull’asfalto, a dimostrazione che l’Italia, il paese del calcio, è disposta anche qui a fare la sua parte, sacrificando campi e aziende agricole per lo sport più bello del mondo.
Si prevedono masse critiche. Anche perché il prezzo del biglietto è piuttosto basso, quasi regalato. Anzi potremmo dire gratuito. Quindi, tutti a Milano per il grande evento dell’anno.
Ci sarà anche il campeggio, internazionale ovviamente, nel Parco di Trenno!
Tutti alla Cinque Giornate di Milano! www.noexpo.org
* Già sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Milano), è promotore insieme a molti altri della campagna e del movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, partecipa alla rete deiComuni Virtuosi e a quella dei Comuni Solidali. È autore di articoli e libri, tra cui 8 mq al secondo, salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento (Emi) e, con Chiara Sasso del libro: Il Suolo è dei nostri figli (Instar Libri). Questo articolo è stato pubblicato anche su Il Fatto Quotidiano |
mercoledì 29 aprile 2015
Milano:finalmente è EXPO
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