L'Italicum è stato migliorato molto, ora votiamolo compatti
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Non ho compreso questa levata di scudi contro l'Italicum da parte delle minoranze interne al PD in questi giorni e comprendo ancora meno la tensione che si è venuta a creare alla Camera. Si vuol far passare la proposta governativa come un'imposizioneaut aut da parte del Presidente del Consiglio, ma la realtà è ben diversa. In Senato, strillando un po' meno, abbiamo a lungo lavorato sul testo, modificandolo profondamente. Mi chiedo come mai ci sia questo risveglio ora, mentre finché si costruiva l'attuale legge vi è stato, tutto sommato, un relativo silenzio, almeno rispetto a quanto accade ora.
Andiamo con ordine. La proposta originaria aveva evidenti lacune. Ne avevamo individuate cinque principali. Di queste, quattro sono state accolte, ovvero:l'abbassamento della soglia di sbarramento al 3%, l'innalzamento al 40% della soglia minima per il premio di maggioranza e pure il ballottaggio, il premio alla lista e non alla coalizione e l'alternanza uomo-donna nelle liste. La quinta criticità, quella che rimane, sono i capolista bloccati e, inoltre, pluri-candidabili. Sicuramente non è l'optimum, ma è pur vero che i micro-collegi non permetteranno a nessuno di candidare sconosciuti o peggio paracadutati privi di valore, pena la certa punizione da parte degli elettori.
Questo il lavoro svolto in Senato, in molti mesi. Oggi le richieste che vengono portate alla Camera mi sembrano semplicemente pretestuose. All'improvviso, chi parlava delle preferenze come del male assoluto, è diventato pro-preferenza "senza se e senza ma", volendo legarsi a un cavillo che rischierebbe di far saltare l'intera riforma. È evidente (e chi è in Parlamento da diverse legislature dovrebbe saperlo assai meglio di me) che se oggi avvenisse una modifica alla Camera, la legge si perderebbe, perché dovrebbe tornare al Senato dove, legittimamente, ricomincerebbe tutto il lavoro di modifica da parte dei partiti di opposizione e di maggioranza, visto che non siamo da soli. Purtroppo, leggendo la storia del centrosinistra italiano, mi sembra di vedere, anche in questa vicenda, più il tentativo di una spallata al segretario, o almeno di un posizionamento e di un braccio di ferro conseguente, piuttosto che una volontà progressista e riformista, secondo il vecchio motivo "trova un leader e poi sparagli alle spalle".
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