mercoledì 10 giugno 2015

a sostegno di Casson

Venezia

Scanzi: “Cari 5Stelle, votare Casson è la scelta migliore”

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“Tra Casson e Brugnaro non c’è paragone: il primo è un politico onesto e affidabile, il secondo è un berlusconiano improponibile”. Dopo Imposimato, anche Andrea Scanzi invita l’elettorato grillino a votare il candidato sindaco del centrosinistra: “Rappresenta un Pd molto diverso da quello di Renzi e il suo programma ha molto in comune con quello del M5S”.

intervista a Andrea Scanzi di Giacomo Russo Spena

“Ha ragione Imposimato”. Alle parole del magistrato, che in un’intervista a Il Fatto ha auspicato un’alleanza a Venezia tra Felice Casson e il M5S, si associa Andrea Scanzi, opinionista e volto amico per i grillini. Lo contattiamo telefonicamente, tra una tappa e l’altra del suo tour per l’Italia dove sta presentando La vita è un ballo fuori tempo, il suo primo romanzo, un lavoro che ricalca il blog Il Criminoso ospitato per un periodo suMicroMega: “Tra Casson e Brugnaro non c’è paragone, il M5S non commetta errori – sentenzia il giornalista – Non siamo nemmeno al ‘meno peggio’, è una sfida tra una brava persona e un impresentabile all’ennesima potenza”.

Perché a Venezia scegli Felice Casson?

Lo stimo come persona, come ex magistrato e senatore: un politico onesto e affidabile. Mi auguro vinca al ballottaggio perché l’alternativa è orripilante. Brugnaro è un berlusconiano improponibile.

Ma è il candidato del centrosinistra. Hai fatto pace col Pd? 

Figuriamoci, il Pd oggi è Matteo Renzi. E di Casson ho stima proprio per la sua alterità rispetto al renzismo, auspico lasci presto quel partito che non rispetta le sue posizioni. Il Pd è tutt’altro da lui.

A Venezia può rappresentare veramente un elemento di discontinuità dopo anni di malaffare in cui è stata commissariata la giunta Pd di Orsini?

Lo voglio sperare. L’accusa che viene rivolta a Casson è di essere la copertura del vecchio apparato e che in caso di sua vittoria sarà costretto a nominare una giunta con il bilancino scegliendo tra i pezzi di nomenklatura. Quando ad aprile sono stato a Venezia ho notato una profonda ostilità dei renziani nei suoi confronti, dopo il trionfo alle primarie erano rammaricati, ora invece sono saliti sul carro. Così non mi ha fatto piacere vedere il premier Matteo Renzi vicino a Casson sul palco. Deve avere il coraggio di compiere lo stesso passo di Pippo Civati e lasciare il Pd. Non può rimanere in eterno nel guado. Domenica vincesse contro il peggior berlusconismo, poi lo aspetto alla prova dei fatti.

Il M5S lo accusa di essere una “foglia di fico” del Pd renziano…

È anche una preoccupazione mia e di altri. In passato il M5S ha sentenziato la stessa cosa prima dei ballottaggi a Genova per Doria e a Milano per Pisapia, accusandoli di non rappresentare il cambiamento – in effetti, su Pisapia si hanno ancora dei dubbi – però voglio sperare in Casson: ha fatto bene come magistrato perché dovrebbe deludere come politico?

Intanto Luigi Brugnaro ha ricompattato il fronte della destra incassando il sostegno dei candidati di Lega e Fratelli d’Italia tanto da diventare il favorito per domenica. Il M5S, che al primo turno ha preso quasi il 13 per cento, sarà decisivo. Che farà? Darà indicazione di voto per Casson? 

Non prenderà una posizione, né un candidato né l’altro. L’hanno sempre fatto e lo faranno sempre, è una loro scelta assolutamente dignitosa, coerente e del tutto legittima. Poi io, in cuor mio, spero che i grillini vadano a votare Casson il quale rischia di diventare vittima di un’altra partita: il M5S considera Renzi il grande male e, quindi, vuole sconfitto ovunque il Pd che sia esso rappresentato da Rossi, Emiliano, Paita o Casson. Perdono loro perde il Pd di Renzi, è il ragionamento. In Veneto conosco tanti che non hanno sostenuto Alessandra Moretti, fregandosene che dall’altra parte ci fosse Zaia. L’errore del M5S è nel non scindere il Pd dal livello nazionale – dove anch’io faccio fatica a discernere – a quello amministrativo: le recenti elezioni regionali dimostrano come non esista un unico Pd, ogni candidato è diverso dall’altro. Casson non è Paita e Rossi, ad esempio.

E il M5S si macchierà della grave responsabilità di far vincere la destra peggiore a Venezia?

Senza fare grandi proclami l’elettorato grillino non dovrebbe assumersi tale responsabilità però, intendiamoci, se dovesse vincere il centrodestra è comunque colpa del Pd non del M5S. Altrimenti, è il discorso in Liguria di Paita che dice di essere stata sconfitta a causa di Pastorino e non per le sue scelte politiche. Non è scritto da nessuna parte che il M5S sia obbligato a votare la sinistra, sia chiaro.

Se pensiamo a temi come grandi opere, ambiente, trasparenza, contrasto della precarietà… i programmi di Casson e M5S sono molti simili. Non trovi?

Assolutamente. Ritorniamo al discorso di prima: il Pd di Casson a Venezia è diverso da quello di Renzi e anche in Senato, spesso e volentieri, hanno intrapreso battaglie comuni. Per questo trovo scellerato – ma legittimo – non votare l’unico candidato che dentro il Pd prova a rappresentare il cambiamento. Per il M5S è arrivato il momento di superare quel “sono tutti uguali” e domenica di recarsi al seggio ad aiutare Casson. Altro che mare.

Insisti molto sulla legittimità della scelta del M5S di non schierarsi. Per i grillini non è il momento di crescere e di capire cosa fare da grandi? È autolesionistico pensare che Casson e Brugnaro siano uguali…

Molti elettori di sinistra – che in qualche modo simpatizzano col M5S – si auspicano tale evoluzione del movimento ma è irrealizzabile perché il M5S è altro. Ha altre regole: destra e sinistra sono identiche, dunque non fa alleanze. Con nessuno. Così per Venezia non arriverà mai il sostegno di Grillo o Casaleggio o Di Maio o Di Battista. Tra l’altro, attaccando la destra in maniera esplicita, potrebbe far allontanare quell’elettorato prima berlusconiano e ora grillino. Il M5S non è Podemos. Nel movimento c’è di tutto: da Nicola Morra – che effettivamente somiglia a Podemos – a un fenomeno abbastanza particolare come Carlo Sibilia. Uscendo dal discorso destra/sinistra, l’elettorato grillino domenica deve confrontare i programmi e quelli del M5S e di Casson hanno punti in comune. Spero scatti questo meccanismo.

Di recente hai scritto il blog “Che senso ha la guerra tra ‘grillini’ e ‘civatiani’?”. Credi che, in vista dell’autunno, ci possa essere un terreno di convergenza tra grillini e sinistra radicale su alcuni temi come il reddito di cittadinanza o la difesa dei beni comuni?

Impossibile un’alleanza elettorale, più plausibile compiere alcune battaglie congiunte. Avviene già adesso in Parlamento dove spesso M5S e Sel votano nella stessa maniera contro il governo. Col tempo spero che le convergenze aumentino: l’unica strada possibile in un’ottica antirenziana e, nello stesso momento, alternativa a Salvini e alla sua destra di pancia. Anche se non sono ottimista: l’80 per cento dei commenti al mio articolo sono di insulti, mi accusano di essermi venduto al nemico. Speriamo, nel tempo, capiscano l’importanza delle intese: se in Liguria Alice Salvatore e Luca Pastorino non si fossero tolti voti tra loro, magari adesso uno dei due sarebbe governatore. Altro che Paita e il berlusconiano Toti.

(10 giugno 2

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