Terremoto in Turchia, Erdogan perde la maggioranza. Partito curdo al 12,4%
Dopo 13 anni ininterrotti al potere il partito islamico Akp del sultano Recep Tayyip, Erdogan ha perso la maggioranza assoluta in parlamento inciampando sulla scommessa dell’Obama curdò Selahattin Demirtas, che ha portato il suo partito Hdp oltre la soglia di sbarramento del 10%, conquistando 78 deputati
Terremoto curdo in Turchia: dopo 13 anni ininterrotti al potere il partito islamico Akp del ‘sultano Recep Tayyip Erdogan ha perso la maggioranza assoluta in parlamento inciampando sulla ‘scommessa follè dell’’Obama curdò Selahattin Demirtas, che ha portato il suo partito Hdp nato nel 2014 oltre la micidiale soglia di sbarramento del 10%, conquistando 78 deputati.
La Turchia pare avviarsi dunque verso una nuova era. Con il 94%delle schede scrutinate, riferisce Cnn Turk, l’Akp del presidente della Repubblica Tayyip Recep Erdogan si ferma al 41,2% – contro il 50% alle politiche del 2011 – e perde la maggioranza assoluta in parlamento con 260 seggi su 550. Il Chp è al 25,2% (130 seggi), il Mhp al 16,6% (82). Il partito filo-curdo Hdp del 41enne Selahattin Demartis segnerebbe invece il successo che si era prefisso: superare per la prima volta la soglia del 10%: avrebbe raggiunto il 12,4% e conquistato 78 seggi. Insieme i tre partiti di opposizione hanno 280 deputati. “Ci aspettavamo circa il 12% o 13% dei voti. Ed è andata come previsto. Siamo felici dei risultati”, ha commentato a caldo Demirtas.
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Oltre all’obiettivo della maggioranza assoluta, Erdogan si era prefissato di superare il 60%necessario a poter convocare un referendum sul sistema politico del Paese. “Prevediamo ungoverno di minoranzaed elezioni anticipate“, ha fatto sapere un alto ufficiale dell’Akp. “La decisione della nazione è la migliore decisione. Non preoccupatevi. Non ci inchineremo mai ad alcun potere”, ha detto il premier Ahmet Davutoglu. “Siamo felici di entrare in parlamento con 80 deputati”, ha detto nella prima dichiarazione post elettorale il deputato del partito filo-curdo Hdp,Sirri Sureyya Onder. “La democrazia ha vinto. Guardando il quadro in questo momento non sembra possibile un governo di un singolo partito. È chiaro che ci sarà un governo di coalizione”, il commento del segretario generale del Chp, Gursel Tekin.
Quelle in corso sono considerate le elezioni più importanti dalla fondazione della Repubblica, nel 1923: se riuscirà a superare lo sbarramento del 10% il partito guidato da Selahattin Demirtaspotrebbe impedire al partito islamico Akp di raggiungere i 330 seggi su 550 necessari per cambiare la costituzione e imporre una superpresidenza come chiede il capo dello stato Erdogan. Se inoltre il risultato degli altri due partiti di opposizione, Chp e Mhp, sarà migliore del previsto, l’Akp potrebbe vedere minacciata anche la maggioranza assoluta di 276 seggi che dal 2002 gli ha consentito di governare da solo il paese.
“L’affluenza sembra essere alta, è l’indicazione di una democrazia forte. Andare a elezioni regolari e non anticipate è un segnale di stabilità”, ha detto in giornata Erdogan dopo aver espresso il suo voto in un seggio di Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul. Sebbene non sia candidato, il voto è un referendum su di lui. Erdogan ha infatti chiesto ai turchi di assicurare al suo partito Akp un’ampia maggioranza in grado di permettergli di cambiare la costituzione in senso presidenzialista.
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