martedì 9 giugno 2015

elezioni a Venezia come finirà?

Massimo Cacciari: "Felice Casson dice no ai migranti perché teme di non diventare sindaco. Bene Rosso e Daverio in squadra"

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COMBO
A pochi giorni dal ballottaggio del 14 giugno, Felice Casson ha buone ragioni per temere di non occupare la poltrona di sindaco di Venezia e per questo ha deciso di giocare due assi: il primo è il rifiuto a ospitare nuovi richiedenti asilo in città, il secondo è l'annuncio di una squadra di alto livello che comprende tra gli altri Renzo Rosso della Diesel e l'esperto di arte Philippe Daverio.
Su tutto pesa la neutralità del voto grillino, che il 1 giugno ha registrato un exploit inaspettato: 12,84%. E per ora sembrano cadere nel vuoto gli appelli di Marco Travaglio e del giudice Ferdinando Imposimato affinché il Movimento 5 Stelle lagunare decida di appoggiare il candidato democratico.
Andiamo con ordine. Al primo turno Casson ha raccolto il 38,01% dei voti contro il 28,5% di Luigi Brugnaro, presidente della Umana che si è presentato come indipendente con un programma in parte bizzarro e simil-leghista - tra le promesse c'è quella di "aumentare" le emozioni dei turisti in una delle città più belle ed emozionanti del mondo.
Brugnaro aveva comunque ricevuto all'inizio l'imprimatur di Forza Italia (in caduta libera con il 3,76%) e soprattutto nei giorni scorsi ha incassato l'appoggio della Lega (oltre il 9%). Il punto di forza dell'imprenditore, però, è la lista civica che è risultata primo partito (20,8%), davanti alla lista di Felice Casson e dello stesso Pd.
Spinto a dichiarare sulla questione dei profughi in arrivo nel Nord, il civatiano Casson ha ricalcato la linea leghista: "Venezia ha già dato, ora basta". Una posizione non isolata all'interno del Pd veneto, anzi, è quella ufficiale dei sindaci della regione rappresentati dalla esponente dem dell'Anci veneta, Maria Rosa Pavanello: ""Il nostro non è un no preventivo, ma un no legato alla disponibilità. I Comuni non hanno spazi agibili, non ci sono spazi liberi".
"Una posizione umana, troppo umana", commenta con ironia all'Huffpost l'ex sindaco Massimo Cacciari, che alle primarie veneziane sostenne Nicola Pellicani e per questo ora non si sorprende delle difficoltà di Casson: "I problemi di Casson non nascono oggi, io lo dicevo ma poi uno predica al vento...".
Per Cacciari l'astensione dei grillini al ballottaggio danneggerà specialmente il candidato Pd: "La loro neutralità ha pagato in termini di voti, sarebbe assurdo che ora appoggiassero uno dei due sfidanti. A meno che l'apparentamento non venga deciso a livello nazionale da Beppe Grillo".
Positivo invece il giudizio del filosofo sui quattro assessori che, Casson ha anticipato, faranno parte dell'eventuale giunta in caso di vittoria, senza alcun compenso: il primo è Renzo Rosso, il patron della Diesel e finanziatore del costosissimo restauro del Ponte di Rialto. Per lui sarebbe pronta la poltrona di assessore alle Imprese e alle attività produttive ("ma avrà il tempo da dedicare a Venezia?", si chiede malignamente Cacciari). Philippe Daverio andrebbe invece alla Cultura e al turismo;l'economista Francesco Giavazzi, che un tempo insegnava a Venezia, naturalmente avrebbe l'assessorato all'Economia. E infine la manager Benedetta Arese, che ha curato l'app della Uber.
Nomi altisonanti e di qualità ai quali Casson aggiungerà un esperto di sicurezza conosciuto a livello nazionale. Il nome, dice l'aspirante sindaco, si saprà a urne chiuse lunedì prossime. Sempre che il Pd riesca a mantenere la carica.

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