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Non c’è che dire. L’abbiamo voluta raccontare proprio giusta e questa volta con un documentario, intitolato appunto “Raccontiamola giusta” (di Anna Bruno e Paolo Benenventi, per la produzione di Comune-info). Eh sì, perché il primo incontro dell’Economia Solidale nel Lazio, svoltosi l’11 e il 12 aprile, non rimanesse fumo al vento, un evento di associazioni che si parlano tra loro. No… abbiamo voluto aprire lo scambio e informare in maniera che le persone avulse da questa realtà, possano conoscerne i contenuti e non solo! Anche chi magari è già da lungo tempo impegnato in questa direzione, in una campagna per un’economia fatta per l’uomo come persona e non già come individuo, e dunque per la comunità.
Una campagna ormai “globale” e consolidata, attiva da oltre trent’anni, che investe tutti i settori, gruppi di lavoro, associazioni, cooperative, onlus e aziende private che si pongono nella disponibilità di fare rete per un’economia alternativa, fatta di relazioni e cooperazione, rispetto dell’ambiente e dei territori, tutela delle persone e dei diritti, apertura alla biodiversità e delle differenze, democrazia e partecipazione, in un rapporto sano tra persone e con l’ecosistema, che, al contrario, questa economia della finanza sta avvilendo, sfinendo…finendo!
E allora ecco la proposta del Lazio, il suo impegno in questo senso, un impegno che, torniamo a ripetere, si apre ad altre realtà italiane e le invita in un festival. E in quei due giorni, noi c’eravamo e non solamente fisicamente, ma come disegnatori della luce efilmavamo… dentro all’insieme dell’evento e alle singole realtà che lo hanno animato. Ec'erano tutti, dalle botteghe dell’equo solidale, alla banca etica, dai contadini e altri e altri ancora. 800 le realtà nel Lazio, tutte in rete, e in rete anche fuori dal Lazio… e migliaia le persone che ci si avvicinano, un crescendo, giorno dopo giorno! E tutti fanno appello a chi si sente ancora “persona”, nonché parte di una “comunità” e ha desiderio di aggregarsi, in nome di un mondo migliore.
In tal senso, il documentario ha voluto anche riprendere i laboratori educativi con bambini, perché è a loro che lasceremo questo mondo e non vogliamo che il drago a 7 teste se ne impossessi definitivamente! Per loro l’orco deve tramutarsi nell’Albero della Vita…perché è l’albero della vita, come Asse del mondo e non come donatore di “merce”, ad assicurare il reale benessere sulla Terra. E perché domani questi bambini da adulti, abbiano strumenti necessari nell’’impegno a mantenere lo sguardo verso la direzione del Bello.
Le immagini iniziano sull’apertura dell’evento per scorrere poi sulle installazioni degli stand delle realtà partecipanti, nonché degli organizzatori e sui loro primi momenti di confronto e di scambio. Quindi, come in un viaggio a ritroso, le riprese degli stand espositivi e le interviste e presentazioni degli espositori, si snodano a partire da alcuni punti vendita delle botteghe dell’equo e solidale, per passare poi a quelli di cooperative che producono biologico in Italia e nel Lazio. Dalle conferenze ai racconti sotto l’albero, come ad esempio la possibilità di fare turismo responsabile nel Lazio, alle conferenze di scambio di vedute, vissuti e risultati, ai gruppi di lavoro, dove a proliferare sono le idee, il susseguirsi delle immagini risulta montato in un unico racconto esplicativo e vivace di questa realtà.
La presenza di una grande mappa di Roma e una del Lazio, su cui i partecipanti spillano il proprio cartellino, in modo che tutte le realtà facenti capo all’altra economia, nella capitale e nella sua regione, possano facilmente venire a conoscenza della reciproca esistenza e fare rete. Immagini dei laboratori educativi per adulti e bambini, sul riciclo, sul legno, sugli orti, sull’intreccio fiaba, danza e colori legati alla terra, la drammatizzazione, perché si sviluppi empatia e desiderio di bellezza legati alla Natura,sono pausa emotiva e poetica, tra un’intervista e l’altra, in attesa di un’ultima intervista all’economista Alberto Castagnola, sulla possibilità di espansione di questo movimento di movimenti dal basso che è l’altra economia.
Le scene finali poi, fanno posare gli occhi ancora una volta, sugli stand, sulla partecipazione intensa della gente, venuta qui per consapevolezza, sensibilità, bisogno di condivisione, voglia di informarsi o di fare rete, o semplicemente per curiosità!
Presenti in quei due giorni oltre 5.000 persone che ringraziamo per la collaborazione alla riuscita di questo documentario.
Del documentario della durata di 21 minuti, è stato inoltre prodotto un video di cinque minuti, che concorre, al momento e per altri cinque giorni soltanto, a CINEFEST, festival dal basso, per cui si rende necessaria ancora la vostra partecipazione a votarlo (con un Mi piace qui). Un grazie a quanti lo hanno già fatto e a quanti lo faranno.
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sabato 6 giugno 2015
il racconto giusto
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