Lanciano chiama il mondoby JLC |
Biciclettata in Abruzzo dei No Ombrina contro le trivellazioni nell'Adriatico
di Paolo Cacciari*
Il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali di Roma è partner del progettoEjatlas della Commissione europea che ha permesso la realizzazione dell’Atlante Globale della Giustizia Ambientale contenente circa 1.400 casi di tutto il mondo, cento dei quali situati in Italia (http://atlanteitaliano.cdca.it). Una uniforme e rigorosa metodologia di individuazione, descrizione e schedatura delle realtà prese in considerazione - frutto di un lavoro congiunto tra ricercatori e analisti di varie discipline - ci permette di avere una idea precisa sulla gravità della crisi ecologica planetaria e sulle sue cause.
Un modello economico di tipo estrattivista e neocoloniale sta mettendo a dura prova la funzionalità degli ecosistemi naturali così come la sopravvivenza delle popolazioni indigene spogliate dei propri mezzi di sostentamento. Evidente è l’intreccio tra le lotte per la difesa dell’ambiente naturale e quelle per i diritti ad una vita degna. Le contrapposizioni tra salute e lavoro, tra salubrità dell’ambiente e industrializzazione, tra sovranità democratica locale e autoritarismo crescente dei governi centrali altro non sono che il portato di precise scelte di politica economica messe in essere dai governi nei paesi impoveriti come nei paesi prosperi.
L’imperativo della massimizzazione dei rendimenti e della diminuzione dei costi di produzione conduce ad inevitabili, laceranti dilemmi: preservare i cicli vitali oppure sacrificarli in nome dell’aumento del volume del valore di scambio delle merci. Gli sciocchi - tra questi il nostro presidente del Consiglio - vedono nelle resistenze delle popolazioni locali agli investimenti distruttivi la sindrome di un localismo egoista, soprannominato Nimby (Not In May Back Yard). In realtà queste lotte sono una assicurazione sul nostro futuro. Basta sfogliare i casi italiani documentati dal Cdca: da Casal Monferrato a Taranto, dalla Terra dei Fuochi alla Val di Susa, dalle grandi opere inutili e pericolose all’ultima follia delle trivelle in Adriatico.
Lo scorso mese a Lanciano, sulla costa Teatina (Chieti) ad una manifestazione promossa da 403 comitati e associazioni locali hanno partecipato decine di migliaia di persone per fermare un progetto di ricerca petrolifera della multinazionale Rockhopper a poche miglia dalla costa (sulle ragioni delle protesta leggi anche Di cosa hanno paura in Abruzzo? di Maria Rita D'Orsogna). Una legislazione criminogena (la definizione è del magistrato Cantone) permette che tutto ciò avvenga con procedure semplificate.
* Paolo Cacciari è autore di articoli e saggi sulla decrescita e sui temi dei beni comuni. Questo articolo è stato pubblicato anche su Left. Il nuovo libro di Paolo Cacciari, Vie di fuga(Marotta&Cafiero) – un saggio splendido su crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita – è leggibile qui nella versione completa pdf (chiediamo un contributo di 1 euro).
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