Elezioni regionali 2015, risultati: 5 a 2 per il centrosinistra, ma il Pd esce indebolito
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Per la partita delle Regionali si profila un risultato di 5 a 2 per il centrosinistra, ma il Partito democratico ne esce molto ridimensionato. Innanzitutto, il Pd perde la Liguria a vantaggio di Giovanni Toti (centrodestra). In secondo luogo, è drammatico il dato dell’affluenza, che perde 10 punti e si ferma al 52%. Con poche sezioni da scrutinare, il partito guidato dal premier-segretario Matteo Renzi si conferma nelle Marche, in Puglia, in Toscana e, anche se con un piccolo margine, in Umbria. Dopo un testa a testa, strappa la Campania con Vincenzo De Luca, ma soccombe in Liguria e Veneto, dove Luca Zaia doppia Alessandra Moretti. Nel complesso - secondo le ultime proiezioni dell'istituto Piepoli per Rai – il Pd resta primo partito con il 23,7%; secondo è il m5s con il 18%, terzo la Lega al 12,5%. Forza Italia è al 10,7%, Fratelli d'Italia al 4,2%, Area popolare al 3,5%. Vediamo i risultati nel dettaglio, regione per regione.
CAMPANIA
In Campania, dopo un lungo testa a testa, si profila la vittoria di Vincenzo De Luca, che si avvia a battere lo storico rivale Stefano Caldoro (il vantaggio è di circa 2 punti percentuali). Altissima l’astensione: alle urne si è recata poco più della metà degli aventi diritto - il 51,93 %, oltre 10 punti in meno di 5 anni fa quando si raggiunse il 62,5%. Confermato l'exploit del Movimento 5 Stelle, secondo partito in regione subito dopo il Pd e prima di Forza Italia. Pur avendo superato lo “scoglio” della lista impresentabili stilata da Rosy Bindi, De Luca dovrà fare i conti con l’applicazione della legge Severino, che scatterà subito dopo la sua proclamazione.
(Entusiasmo nel quartier generale di De Luca - continua a leggere dopo il VIDEO)
LIGURIA
Crolla il Pd, trionfo del centrodestra riunificato da Giovanni Toti, affermazione dell'M5S. I risultati delle elezioni regionali in Liguria parlano chiaro: secondo i dati forniti dal Viminale alle 7.38, con 1.771 sezioni scrutinate su 1.790, Toti raggiunge il 34,54%, Raffaella Paita (Pd) il 27,89%, Alice Salvatore (M5S) il 24,83%. Ieri notte, dopo le due, quando i risultati, sebbene parziali, sembravano già indicare un vincitore, militanti e candidati del centrodestra hanno improvvisato un corteo da tifosi di calcio in via XX Settembre a Genova, con cori da stadio e grida di esultanza.
(Toti: "Mai avuto dubbi sulla vittoria, centrosinistra arrogante'' - continua a leggere dopo il VIDEO)
Era da dieci anni che il centrosinistra, guidato da Burlando, governava la Regione. L'esame dei risultati è iniziato già nel corso della notte. Poco prima delle tre, Raffaella Paita ha emesso un comunicato in cui indica come causa della sua sconfitta quella parte del Pd e della sinistra che le ha contrapposto la candidatura di Luca Pastorino. "Il cinico disegno di Cofferati, Civati, Pastorino - si legge nella nota stampa di Paita - si realizza compiutamente. Hanno usato la nostra terra come vetrina per le loro battaglie personali, per l'attacco al Pd e a un governo che gode di ampio consenso nel Paese. Da buoni alleati di Toti e Salvini, hanno fatto risorgere Berlusconi e riportato in Liguria la destra di Scajola. Era questo il loro unico obiettivo politico, e lo hanno raggiunto senza preoccuparsi delle sorti della Liguria. Non so che vittoria sia questa per Pastorino: so solo che è una sconfitta perla Liguria". Una trentina di minuti dopo, in un comunicato, Pastorino definiva "inaccettabili" le dichiarazioni di Paita.
"La verità - ha affermato il candidato di Rete a Sinistra - è che hanno perso non per colpa mia, ma perché Paita e Renzi hanno distrutto il loro partito e il centrosinistra, e il risultato è che in queste regionali il Pd ha fatto il 22 per cento, altro che il 40 dell'anno scorso. Io - precisa Pastorino - sono uscito dal Pd, con Pippo Civati che mi ha raggiunto in seguito, e ci hanno deriso dicendo che non contavamo niente. Oggi ci accusano di averli fatti perdere: è veramente un gioco delle tre carte, e a quel gioco hanno perso per le loro colpe. Io ho ottenuto il 10 per cento senza simboli nazionali, e con una campagna organizzata in pochissimo tempo, senza simboli nazionali a sostenermi".
VENETO
A scrutinio ormai inoltrato (66 per cento delle 4.742 sezioni elettorali) Luca Zaia rimane in testa con il 50,4 per cento dei voti, superando i risultati attribuitigli dalle proiezioni e bissando i voti della rivale Alessandra Moretti (23,2 per cento). Seguono a netta distanza il candidato del Movimento Cinque stelle Jacopo Berti (11,7 per cento) e il sindaco di Verona Flavio Tosi, con il 10,8 per cento.
Per Luca Zaia inizia quindi il secondo mandato da governatore del Veneto, alla guida di una nuova maggioranza dove la Lega e la lista Zaia risultano essere le forze trainanti (rispettivamente con il 16,9 e il 25,1 per cento dei voti) mentre Forza Italia si attesta al 5,4 per cento (aveva il 24,7 per cento nelle precedenti elezioni del 2010), seguita da Indipendenza Noi Veneto (2,7 per cento) e da Fratelli d'Italia (2,5 %). Buona l'affluenza dei veneti alle urne: con il 57,2 dei votanti il Veneto si conferma la prima regione in Italia per partecipazione al voto, cinque punti in più rispetto alla media delle sette regioni di questo turno elettorale. Va ricordato tuttavia che cinque anni fa, per le regionali, votarono oltre 66 veneti su 100.
Se i risultati definitivi dello scrutinio confermeranno l'esito delle sezioni sinora scrutinate, Zaia potrà contare sul 60 per cento dei 51 seggi del nuovo Consiglio, vale a dire su una maggioranza di 29 consiglieri più il presidente, il massimo consentito dalla nuova legge elettorale.
Quanto alle liste, il primo partito risulta essere la Lista Zaia (24,8), seguita dal Pd (17,2 per cento) e dalla Lega Nord (17,1 per cento). Quarta forza politica per consistenza numerica il Movimento 5 Stelle (con il 10,2 per cento), al suo debutto in Consiglio regionale. Della coalizione che ha sostenuto Flavio Tosi la lista che si accredita ad entrare nell'aula di palazzo Ferro-Fini è la lista Tosi con il 5,2 per cento dei consensi. Molto incerto invece il risultato di Ncd-Udc-Area popolare.
Quanto alle liste, il primo partito risulta essere la Lista Zaia (24,8), seguita dal Pd (17,2 per cento) e dalla Lega Nord (17,1 per cento). Quarta forza politica per consistenza numerica il Movimento 5 Stelle (con il 10,2 per cento), al suo debutto in Consiglio regionale. Della coalizione che ha sostenuto Flavio Tosi la lista che si accredita ad entrare nell'aula di palazzo Ferro-Fini è la lista Tosi con il 5,2 per cento dei consensi. Molto incerto invece il risultato di Ncd-Udc-Area popolare.
(Moretti: "Necessaria una riflessione del Pd - continua a leggere dopo il VIDEO)
TOSCANA
In Toscana con 3889 seggi scrutinati su 3969, il risultato del candidato del centrosinistra, Enrico Rossi, è oltre il 48%. Il governatore in carica stravince e si lascia dietro Claudio Borghi, candidato della Lega che al momento è al 20,09%. Giacomo Giannarelli del M5S è al 14,96%, mentre Forza Italia con Stefano Mugnai si ferma al 9,15%. Alto l'astensionismo: sono andati a votare meno della metà degli aventi diritto (48,24%).
Il voto disegna un'assemblea regionale con 24 consiglieri Pd su 40, mentre la Lega dovrebbe averne 8 e diventare il partito destinato a guidare l'opposizione dopo l'emorragia di voti per Forza Italia il cui coordinatore regionale Massimo Parisi, prima della chiusura dei seggi, ha rassegnato le dimissioni. Soddisfatto il governatore riconfermato nell'incarico: "In Toscana la sinistra è ancora forte, salda e può governare la Regione per i prossimi cinque anni", dice Rossi annunciando già una giunta di 8 assessori contro i dieci attuali.
(Rossi: "Risultato soddisfacente, ora avanti altri cinque anni" - continua a leggere dopo il VIDEO)
UMBRIA
Catiuscia Marini, candidata del Pd, è stata eletta governatore dell'Umbria, con il 42,8%. È il dato definitivo fornito dal sito del Viminale. Presidente uscente della Regione, la riconfermata Catiuscia Marini, Pd, è stata primo vicepresidente del Comitato delle Regioni e è attualmente capogruppo del Partito socialista europeo nello stesso Comitato delle Regioni d'Europa.
Secondo quanto reso noto dall'ufficio stampa dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Claudio Ricci, candidato presidente per la coalizione di centrodestra, si è attestato al 39,27 per cento. A seguire, Andrea Liberati (Movimento 5 stelle) con il 14,31 per cento, Michele Vecchietti (L'Umbria per un'altra Europa) 1,57 per cento, Simone di Stefano (Sovranità prima gli italiani) 0,66 per cento, Amato John De Paulis (Alternativa riformista) 0,58 per cento, Aurelio Fabiani (Casa rossa) 0,49 per cento, Fulvio Carlo Maiorca (Forza nuova) 0,35 per cento.
Per quanto riguarda le singole liste all'interno delle coalizioni, questi i risultati definitivi. Centrosinistra Marini presidente: Partito democratico 35,75 per cento (10 seggi); Umbria civica e popolare 1,47 per cento (nessun seggio), Umbria più uguale 2,56 per cento (un seggio), Socialisti e riformisti 3,37 per cento (un seggio). Centrodestra Ricci presidente: Lega Nord 13,99 per cento (2 seggi), Ricci presidente 4,49 per cento (1 seggio), Fratelli d'Italia-An 6,24 per cento (1 seggio), Forza Italia 8,54 per cento (1 seggio), Cambiare in Umbria 2,67 per cento (nessun seggio), Per l'Umbria popolare 2,64 per cento (nessun seggio). Movimento 5 Stelle 14,56 per cento (2 seggi). L'Umbria per un'altra Europa 1,58 per cento (nessun seggio). Sovranità prima gli italiani 0,67 per cento (nessun seggio). Alternativa riformista 0,55 per cento (nessun seggio). Casa rossa 0,47 per cento (nessun seggio). Forza nuova 0,36 per cento (nessun seggio).
Secondo quanto reso noto dall'ufficio stampa dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Claudio Ricci, candidato presidente per la coalizione di centrodestra, si è attestato al 39,27 per cento. A seguire, Andrea Liberati (Movimento 5 stelle) con il 14,31 per cento, Michele Vecchietti (L'Umbria per un'altra Europa) 1,57 per cento, Simone di Stefano (Sovranità prima gli italiani) 0,66 per cento, Amato John De Paulis (Alternativa riformista) 0,58 per cento, Aurelio Fabiani (Casa rossa) 0,49 per cento, Fulvio Carlo Maiorca (Forza nuova) 0,35 per cento.
Per quanto riguarda le singole liste all'interno delle coalizioni, questi i risultati definitivi. Centrosinistra Marini presidente: Partito democratico 35,75 per cento (10 seggi); Umbria civica e popolare 1,47 per cento (nessun seggio), Umbria più uguale 2,56 per cento (un seggio), Socialisti e riformisti 3,37 per cento (un seggio). Centrodestra Ricci presidente: Lega Nord 13,99 per cento (2 seggi), Ricci presidente 4,49 per cento (1 seggio), Fratelli d'Italia-An 6,24 per cento (1 seggio), Forza Italia 8,54 per cento (1 seggio), Cambiare in Umbria 2,67 per cento (nessun seggio), Per l'Umbria popolare 2,64 per cento (nessun seggio). Movimento 5 Stelle 14,56 per cento (2 seggi). L'Umbria per un'altra Europa 1,58 per cento (nessun seggio). Sovranità prima gli italiani 0,67 per cento (nessun seggio). Alternativa riformista 0,55 per cento (nessun seggio). Casa rossa 0,47 per cento (nessun seggio). Forza nuova 0,36 per cento (nessun seggio).
PUGLIA
Quando sono state scrutinate 2555 sezioni su 4016, Michele Emiliano, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Puglia, ha riportato 481.376 voti, per una percentuale del 47,26%. Segue Francesco Schittulli, uno dei due candidati del centrodestra, con 186.437 voti, per il 18,30%. Antonella Laricchia, candidata del Movimento Cinque Stelle è arrivata finora a 184.718 per il 18,14.
"Da domani si lavora con intensità. Abbiamo cambiato la storia di questa regione. Eravamo l'Emilia nera, ora si vince dal 2004. Grazie a tutti!". È il tweet che Emiliano, neo presidente della Regione Puglia, ha lanciato subito dopo aver appreso della sua vittoria.
"Da domani si lavora con intensità. Abbiamo cambiato la storia di questa regione. Eravamo l'Emilia nera, ora si vince dal 2004. Grazie a tutti!". È il tweet che Emiliano, neo presidente della Regione Puglia, ha lanciato subito dopo aver appreso della sua vittoria.
(Emiliano: "Farò il presidente a modo mio" - continua a leggere dopo il VIDEO)
MARCHE
Il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli è il nuovo presidente della Regione Marche. In base ai dati definitivi resi noti sul sito del Viminale, è stato eletto con il 41,07%. Giovanni Maggi, del Movimento 5 Stelle, ha avuto il 21,78% dei voti; Francesco Acquaroli, sostenuto da Lega e Fdi, il 18,98%. Il governatore uscente Gian Mario Spacca si è fermato al 14,21%.
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