venerdì 19 giugno 2015

scuola:il movimento


Assemblee, cortei, presidi (il prossimo dal 23 al 25 giu­gno a pochi metri dal senato), scioperi (incluso quello della fame a staf­fetta a Bolo­gna, Fer­rara, Modena e Lame­zia Terme), blocco degli scrutini, azioni dirette nelle piazze, consegne delle pagelle imbavagliati e con le mani incatenate (è accaduto nella periferia di Bologna). E flash-mob notturni, come giovedì 18 giugno, con la protesta promossa da quello che molti chiamano il "Popolo dei lumini". Questi i luoghi delle azioni del 18 contro la Buona scuola:
Caserta (piazza Margherita), Roma (Colosseo), Napoli (piazza Municipio), Torino (piazza Carlo Alberto), Civitavecchia (piazza degli Eroi), Santa Maria Capua Vetere (Anfiteatro), Benevento (piazza Matteotti), Isernia (Fontana Fraterna), Mestre (piazzetta Pellicani), Sassari (piazza Tola), Caltanissetta, Teramo (Antico Teatro Romano),Verona, Vasto (piazza Rossetti), Palermo (teatro Massimo), Lecce (piazza Sant'Oronzo), Catanzaro (piazza Matteotti).
«Vogliamo illu­mi­nare l’Italia e i suoi monu­menti con­tro le dele­ghe in bianco pre­vi­ste dalla riforma e con­tro il rifiuto, da parte del governo, di dia­lo­gare con chi lavora a scuola tutti i giorni» hanno spie­gato i docenti.
Di sicuro, il ricatto di un Renzi in edidente difficoltà — «avete tre giorni per riti­rare gli emen­da­menti al senato, altri­menti i cento mila pre­cari non saranno assunti — è stato rifiu­tato.
La forza del movimento della scuola sembra perfino in crescita, nonostante la chiusura dell'anno scolastico. Una forza con la quale questo movimento include e supera l'azione dei  sindacati, mette insieme insegnanti, studenti e famiglie e si diffonde in modo sempre più capillare sui territori. Il primo obiettivo resta ritiro del disegno di legge, ma la sua azione è un processo complesso e aperto che va oltre la battaglia legislativa.

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