INQUINAMENTI
Senza petrolio si può, ma l’informazione deve essere indipendente
Per smascherare i tentativi di greenwashing delle multinazionali inquinatrici occorre un'informazione indipendente. Le alternative al petrolio esistono, eccome. Ne parlano Paolo Ermani dell'associazione Paea e Alessandro Ronca del Parco delle Energie Rinnovabili al Terra Nuova Festival domenica 7 giugno.
di Paolo Ermani - 5 Giugno 2015
Il sito de Il Fatto Quotidiano con la pubblicità di Eni
Il greenwashing che tanto va di moda è l’ultima frontiera escogitata soprattutto dalle multinazionali più inquinanti del pianeta per cercare di darsi una qualche verniciatina di verde e proporsi al pubblico con una improbabile verginità ambientalista, dopo aver prodotto catastrofi di ogni tipo ed essere fra le maggiori responsabili dell’arrostimento della terra. Si inventano superficiali campagne per l’ambiente, si invitano ambientalisti e relative organizzazioni a qualche forum dove si stringe qualche accordo di facciata e così si cerca di convincere il pubblico che in fondo loro sono buoni, anzi sono in prima fila per la svolta energetica, per le fonti cosiddette pulite, per il risparmio e balle varie.
In questa strategia rientra l’investimento di somme enormi per un martellamento pubblicitario così incessante e pervasivo da innescare veri e propri paradossi, come quello che si è verificato recentemente sul sito web del giornale Il Fatto Quotidiano che, come sappiamo, ribadisce sempre il fatto di non chiedere i soldi del finanziamento pubblico all’editoria. Lodevole; peccato che i soldi che non entrano dalla porta passano dalla finestra, dato che il giornale, sia versione cartacea che web, ha pubblicità di ogni sorta di merce, aspetto che stride parecchio in un contesto che racconta spesso i contorni drammatici della crisi e il relativo impoverimento degli italiani. Quegli stessi italiani che però vengono convinti a comprare auto nuove e prodotti il più delle volte inutili, superflui e anzi deleteri per il portafoglio, a maggior ragione appunto in tempi di crisi. L’esempio a cui facciamo riferimento nello specifico è un articolo di Maria Rita D’Orsogna apparso sul blog del Fatto Quotidiano del 30 maggio 2015 dal titolo “Cambiamento climatico ed emissioni di CO2: un altro passo verso la catastrofe”, che senza mezzi termini parla di un peggioramento drammatico della situazione. L’articolo però compare sul sito web circondato da una pubblicità dell’ENI, cioè di uno dei maggiori inquinatori a livello mondiale e tra i responsabili della stessa catastrofe climatica. Per non parlare poi degli scandali che investono ENI continuamente e che in teoria dovrebbero fare letteralmente a cazzotti con il messaggio di legalità che tutti i giorni predicano Travaglio e colleghi. L’Eni in cima alle liste nere di inquinatori incalliti fa da cornice pubblicitaria della catastrofe climatica e sponsorizza un giornale in teoria indipindente, in pratica pagato da chi il mondo lo manda direttamente in un altoforno.
E come se non bastasse, il giorno 4 giugno 2015 Il Fatto Quotidiano rincara la dose e sul quotidiano cartaceo a pagina 8 scrive di affari sospetti dell’ENI sul terreno acquistato a San Giuliano Milanese dove sorgerà il nuovo centro direzionale, ennesimo prossimo scempio ambientale con relativo fiume di cemento e poi a pagina 20 una mega pubblicità a tutta pagina dell’ENI stessa. Mi chiedo come mai Travaglio, che è così attento e bravo nel fare le pulci a tutti proprio su contraddizioni e falsità varie, non si accorga di queste non piccole travi nell’occhio del giornale che dirige. Vedendo questi esempi si capisce dove sia il reale problema, perché la situazione faccia così fatica a cambiare e perché il clima non possa che peggiorare in ogni senso. Se pure l’informazione apparentemente indipendente, si prostra in maniera così plateale a chi ha responsabilità gravissime, quale sarà il messaggio che passa? Un messaggio contraddittorio e ben poco chiaro per il quale va bene accettare soldi e fare pubblicità anche se in palese contrasto con quello che si scrive. In questo modo non solo non c’è vera informazione ma si rischia di far passare il messaggio che la colpa dei cambiamenti climatici non è di nessuno o, forse chissà, nemmeno esistono, sono una perfida invenzione di quei rompiscatole degli ambientalisti.
Il Cambiamento, che è un giornale realmente indipendente, si pone da sempre in maniera netta e chiara contro inquinatori e affini e non accetta sponsorizzazioni degli stessi, vuole dare un messaggio diverso e risolutivo di contrasto ai cambiamenti climatici. Assieme ad Alessandro Ronca responsabile del PER, purtroppo ancora unico centro per le tecnologie alternative italiano, delineeremo alternative e soluzioni concrete in un incontro che si terrà al Terra Nuova Festival (parco della Versiliana, Marina di Pietrasanta, Lucca) domenica 7 giugno alle ore 15: si parlerà delle possibilità di emanciparsi progressivamente dai combustibili fossili e quindi ridurre drasticamente i gravi rischi che stiamo correndo a livello globale. QUI IL PROGRAMMA
Di sicuro questa strada non passa da chi fino ad oggi non ha fatto altro che lucrare in maniera spropositata e vergognosa sulla pelle e il dolore delle persone regalandoci un pianeta allo stremo.
Sempre al Terra Nuova Festival, per sensibilizzare i bambini all'attenzione e al rispetto nei confronti dell'ambiente, l'associazione Paea realizza insieme ai più piccoli le palline d'argilla (QUI IL PROGRAMMA). Si tratta di una semplice tecnica di agricoltura naturale messa a punto dal maestro giapponese Fukuoka che ha studiato metodi in grado di sostenere l’opera della Natura, riducendo all’essenziale le azioni umane. Le palline create con un impasto di argilla e acqua potranno poi essere seminate o “gettate” nella natura, con una maggiore garanzia di sopravvivenza, rispetto a predatori e siccità del terreno. Laboratorio per grandi e piccini.
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