sabato 27 giugno 2015

sorridi e sbrana:la legge del mercato

Sorridere e sbranare. Lo vuole il mercato

by JLC
di Enrico Euli
Christine Lagarde sorride a destra e a manca, ma quando va a negoziare addenta la preda e c'è poco da ridere. Il Fondo monetario internazionale ha già sbranato interi paesi e popoli, non si sono mai ripresi dai suoi aiuti. Si tratta di usurai in piena regola, che iniettano denaro come veleno e spillano sangue. Inducono bisogni, vellicano desideri, seducono appetiti. E poi ti ammazzano.
La Grecia sta morendo, grazie alle sue manovre, ed ora attraverso i debiti che non possono rientrare. Spero che si decidano a farla fallire e, a pagarne, almeno in parte i costi.
Anche se il grosso, ancoa una volta, lo pagheranno i greci (leggi anche Colpo di Stato in Grecia di Franco Berardi Bifo), e i poveracci come noi....
Matteo Renzi sorride a tutti, bacia i bambini per strada, stringe le mani e ha per tutti un saluto. È uno cordiale, simpatico, giovanile, leggero. Ma quando deve eseguire e decidere, non ce n'è per nessuno. Se gli dicono: riforma la scuola come vuole il mercato, lui la chiama 'Buona scuola', ed esegue l'esecuzione. Non c'è corteo o petizione che tenga. È proprio un cattivone!
Se gli dicono: basta con la distrazione italiana sui migranti, bisogna schedarli tutti e reimpatriarli il più possibile. Lui si ritrova a dire in parlamento: 'il reimpatrio non è un tabù', e già sappiamo che i neri in giro non potranno più godersi i Centro di identificazione ed espulsione (Cie) e la polizia italiana. Troppa grazia. Ora ci sarà il pugno di ferro, così come ogni poveraccio del mondo si merita...
Non ha solo i denti in fuori sul davanti. I suoi canini sono affilatissimi. E mordono alle gambe, di brutto. Tanto le elezioni sono ancora lontane e tutto questo, al momento di votare, sarà solo un flebile ricordo per pochi valorosi...

* Ricercatore universitario e docente di Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell’animazione, è autore di numerosi articoli e libri. Cura il blog Saturnalia, dal nome delle feste popolari di Roma antica (in onore di Saturno), durante le quali si scambiavano auguri e doni e, soprattutto, era concesso agli schiavi di prendere il posto dei padroni.

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