martedì 22 luglio 2014

SU TARANTO E LA GREEN ECONOMY

Il leader «verde» sogna per Taranto una Silicon Valley. Intervista da La Gazzetta del Mezzogiorno

Intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno (23/5/2013) – di Fabio Venere
Bonelli, da bonifiche e «no tax area» 20mila posti di lavoro

Immagine simbolo della lotta all'inquinamento di Taranto
Immagine simbolo della lotta all’inquinamento di Taranto. Una bambina che chiude i camini dell’inquinamento con dei tulipani. Questa è l’immagine della rivoluzione gentile
TARANTO. «Sono stato escluso dall’alleanza di centrosinistra, alle ultime politiche, proprio per le mie posizioni radicalmente critiche sull’Ilva». Lo dice alla Gazzetta, Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi e consigliere di minoranza al Comune di Taranto, nl giorno in cui la procura di Taranto ha disposto un maxi-sequestro di 8,1 miliardi di euro nei confronti dei Riva.
Bonelli, davvero pensa che tra bonifiche e istituzione di una ‘no tax area’, a Taranto, si possano creare 20mila posti di lavoro? «Sì. In Germania, gli operai (attraverso il Fondo sociale europeo), sono già impiegati per le bonifiche del bacino carbonifero della Rhur. A Taranto, invece, potremmo impiegare almeno 6 – 8mila dipendenti dell’Uva per bonificare tutto. Dalla falda al mare sino alle parti pubbliche del quartiere Tamburi».
E la «NoTaxArea»? «Nel 2008, già quando fu firmato il provvedimento sull’istituzione della zona franca urbana per Taranto, ci furono un centinaia di imprese che dichiararono di essere pronte ad investire qui. Possono arrivare, dunque, piccole e medie imprese con un contenuto di innovazione tecnologiche e magari si potrebbe realizzare un campus biomedico. Taranto può diventare la Silicon Valley d’Italia. Questa giornata, grazie alla magistratura, passerà alla storia della Repubblica italiana Si applica, per la prima volta, il principio per cui ‘chi inquina paga’».
Qual e il suo stato d’animo ora? «C’è la speranza affinché si possa immediatamente fare giustizia. Quello che grida vendetta è ripensare al precedente Governo che ha stanziato 300 milioni di euro, di cui solo 119 milioni per le bonifiche. Oggi si riapre una nuova fase che può consentire una svolta e dà l’obbligo morale per costruire un’alternativa economica che, a Taranto, è monoculturale e basata sulla diossina anche in termini di morti di vite umane».

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