Nella webzine del 31 Ottobre abbiamo parlato di una petizione contro le fabbriche Biogas (quil'articolo) sul territorio Marchigiano, una petizione che non solo ha “mobilitato” l'opinione pubblica e non solo. A riguardo si sono sentite chiamate in causa le fabbriche di Biogas, un settore che non conosce crisi oltre che un'opportunità unica per il settore delle energie rinnovabili in Italia e per molte delle aziende agricole sparse in tutto il territorio.
Se n'è discusso parecchio al Museo della Scienza di Milano, durante il Biogas Master un evento organizzato dal CIB (Consorzio italiano biogas), una manifestazione che ha evidenziato i numeri positivo di questo campo: +490 per cento di nuovi impianti in cinque anni e +267,4 per cento di potenza installata, che ha raggiunto nel 2013 circa 1300 megawattora. Il 10,45 per cento del totale della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Ma approfondiamo la questione: il biogas è un derivato della digestione anaerobica di materiale organico fermentabile, proveniente da rifiuti organici urbani o da reflui di depurazione, il cui prodotto residuale è il digestato, utilizzabile sia come fertilizzante che come combustibile. Il biogas è una miscela composta da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2) e secondo alcuni esperti del settore è un'ottima risorsa per le aziende agricole italiane che vedono la possibilità di utilizzare i rifiuti zootecnici e agricoli come materia prima e per il settore delle energie rinnovabili, che vede così incrementare la percentuale di energia prodotta con biocarburanti. Ma è anche un'opportunità per tutta la filiera agricola: dalla costruzione, alla progettazione, al finanziamento, fino alla produzione di energia (un settore che oggi è per il 75 per cento ’made in Italy’).
Ma aldilà dei sostenitori ci sono anche i critici, coloro che centrano la questione sugli effetti che questo gas possa avere sull'ambiente e sull'uomo e l’intervento di Fabrizio Annibali docente del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità che conclude la manifestazione dice che: “In Italia non è mai stata dimostrata la correlazione fra casi di botulismo nei bovini e l’uso di digestati provenienti dalla digestione anaerobia”, definendola una “leggenda metropolitana. Il botulismo è un fenomeno da sempre collegato a effetti collaterali dell’attività zootecnica”. E conclude: “Sarebbe estremamente utile promuovere una serena discussione tra i favorevoli e i contrari, soprattutto per fornire alla popolazione la possibilità di formulare un’opinione scevra da ogni preconcetto e pregiudizio”.
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