Comune a pesticidi zero. Forza Malles!by Citta invisibile |
di Paolo Cacciari*
Gemeinde Mals, Malles in italiano, è un ridente comune di montagna di cinque mila abitanti nella Val Venosta (provincia di Bolzano), che ha deciso di bandire dal proprio territorio l’uso dei pesticidi. Grazie ad un referendum, lungamente preparato dal comitato “Malles, Comune libero da pesticidi” e richiesto da più di cinquecento abitanti, utilizzando le norme della partecipazione diretta previste dallo statuto comunale, lo scorso settembre sono andati a votare il 69 per cento degli abitanti aventi diritto e il 75 per cento ha votato sì. Il referendum stabilisce di inserire nello statuto comunale il divieto di uso di sostanze fitosanitarie chimico-sintetiche velenose e dannose alla salute e all’ambiente. Malles non è il primo comune a chiedere di essere “depesticizzato”. GiàMalosco in Val di Non e Vallarsa in Trentino hanno approvato regolamenti mirati a porre sotto controllo l’uso di pesticidi ed erbicidi.
Siamo nella regione della coltivazione di meleti intensivi, anzi della “mono-melinda-coltura”. Veri e propri impianti industriali invasivi con pali metallici e di cemento, reti antigrandine e, soprattutto, necessitanti uno spargimento continuo di prodotti tossici che avvelenano l’aria, le falde e, a lungo andare, insteriliscono il suolo. I vantaggiosi ritorni economici spingono le piantagioni ad invadere prati e pascoli compromettendo il paesaggio, rovinando le attività agricole tradizionali, il turismo di qualità, l’orticultura e l’allevamento.
Il dottor Johannes Fragner Unterpertinger, il farmacista di Malles, è stato tra i promotori della mobilitazione. Con lui si sono schierati 21 medici, 8 veterinari, 15 biologi, vari dentisti e farmacisti di tutto il distretto sanitario. “La Val Venosta muore di mele - scrivono i comitati - I principali danni per la salute umana per esposizione alle sostanze che compongono i fitofarmaci sono stati identificati in: diminuzione fertilità maschile, abortività spontanea, endometriosi, disturbi autoimmuni, aumentato rischio di criptorchidismo e ipospadia, diabete, elevato rischio di tumori, deficit cognitivi e disturbi comportamentali, disfunzioni ormonali (specie alla tiroide)”.
In Francia, sulla base di alcune ricerche, anche il morbo di Parkinson è stato inserito tra le patologie professionali agricole. Ma la battaglia è solo all’inizio. L’esito del referendum deve ora essere inserito nel regolamento comunale e già le potenti lobby agro-farmaceutiche hanno promesso ricorsi legali.
Forza Malles!
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