IL COSTRUTTORE
Viziano, il re dei box interrati "Ma io in via Cadighiara un parcheggio non lo farei..."
Viziano, il re dei box interrati "Ma io in via Cadighiara un parcheggio non lo farei..."
da repubblica.it
MICHELA BOMPANI
MICHELA BOMPANI
«li un parcheggio in quel punto, in via Cadighiara, io, non lo farei»: non è il leader di Legambiente che lo dichiara, ma uno dei più importanti costruttori di Genova, Davide Viziano, che ha realizzato in città diversi parcheggi interrati (e sta per realizzarne uno su un ex terreno comunale, in via XII Ottobre).
E così, con un cortocircuito, il comitato dei residenti e gli ambientalisti, per una volta, applaudono il costruttore.In via Cadighiara, infatti, il Comune ha
autorizzato la realizzazione di un park per 200 posti auto: sono insorti i residenti e Legambiente, indicando la pericolosità del luogo che, infatti, è puntualmente franato, un mese dopo l'alluvione del 9 ottobre. E anche dentro Tursi c'era battaglia trasversale, tra consiglieri di maggioranza e di opposizione compatti e contrari alla realizzazione del park su terreno privato, indicando, con i residenti, le evidenti fragilità idrogeologiche della zona. Intanto il comitato degli abitanti ha presentato esposto in Procura, denunciando la pericolosità del parcheggio.
«L'intervento è innanzitutto complicato e difficile — dice Viziano — se si vuole realizzare il parcheggio, è ovvio, si può, ma per costruirlo in totale sicurezza, su quel terreno, l'intero progetto lieviterebbe enormemente i suoi costi. Questo significa che l'opera, per stare in piedi economicamente, finirebbe per realizzare posteggi che sarebbero venduti a prezzi completamente fuori dal mercato, molto cari». Le quotazioni di un box auto in via Cadighiara sono di circa 50.000 euro, indica Viziano, ma entro quella cifra, dovendo affrontare un cantiere molto oneroso, non si potrebbero vendere.
E poi, riflette ancora Viziano, prima di fare un progetto, «è sempre necessario fare uno studio sull'effettiva necessità di parcheggi in quel luogo. Davvero servono lì? E così tanti?». Se si salta la cosiddetta indagine di mercato, prima di realizzare un'opera di quella portata, si rischia il flop, assicura Viziano: «E un cantiere lasciato a metà, perché diventa troppo oneroso e non ci sono più i soldi per finirlo, e viene abbandonato, per il territorio finisce per essere ancor più pericoloso di una frana».
E così, con un cortocircuito, il comitato dei residenti e gli ambientalisti, per una volta, applaudono il costruttore.In via Cadighiara, infatti, il Comune ha
autorizzato la realizzazione di un park per 200 posti auto: sono insorti i residenti e Legambiente, indicando la pericolosità del luogo che, infatti, è puntualmente franato, un mese dopo l'alluvione del 9 ottobre. E anche dentro Tursi c'era battaglia trasversale, tra consiglieri di maggioranza e di opposizione compatti e contrari alla realizzazione del park su terreno privato, indicando, con i residenti, le evidenti fragilità idrogeologiche della zona. Intanto il comitato degli abitanti ha presentato esposto in Procura, denunciando la pericolosità del parcheggio.
«L'intervento è innanzitutto complicato e difficile — dice Viziano — se si vuole realizzare il parcheggio, è ovvio, si può, ma per costruirlo in totale sicurezza, su quel terreno, l'intero progetto lieviterebbe enormemente i suoi costi. Questo significa che l'opera, per stare in piedi economicamente, finirebbe per realizzare posteggi che sarebbero venduti a prezzi completamente fuori dal mercato, molto cari». Le quotazioni di un box auto in via Cadighiara sono di circa 50.000 euro, indica Viziano, ma entro quella cifra, dovendo affrontare un cantiere molto oneroso, non si potrebbero vendere.
E poi, riflette ancora Viziano, prima di fare un progetto, «è sempre necessario fare uno studio sull'effettiva necessità di parcheggi in quel luogo. Davvero servono lì? E così tanti?». Se si salta la cosiddetta indagine di mercato, prima di realizzare un'opera di quella portata, si rischia il flop, assicura Viziano: «E un cantiere lasciato a metà, perché diventa troppo oneroso e non ci sono più i soldi per finirlo, e viene abbandonato, per il territorio finisce per essere ancor più pericoloso di una frana».
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