di Terra rivolta
Oggi (2 novembre) siamo stati alla Valle dei Casali, perla della tradizione agricola dell'agro romano che ancora resiste alle colate di cemento e indifferenza. Oggi siamo stati sulle terre dove gli amministratori pubblici e gli speculatori privati fanno affari alle spalle della comunità che quelle terre le ha vissute, o le vorrebbe rivivere. Idioti che non hanno a cuore il bene della collettività e che abbandonano terreni e uliveti che la Natura ci offre, con la speranza che intanto le persone rimangano chiuse nei loro spazi - fisici e mentali - immobilizzate da individualismo e precarietà. E invece oggi, così come ogni volta si uniscono le lotte contro un nemico comune, non è andata così: decine di persone, centinaia, hanno affollato la giornata, riempiendo di determinazione e vitalità i terreni recintati e abbandonati della Valle.
Determinazione nel resistere con fierezza alla militarizzazione di pochi metri quadri di verde abbandonato, riempito per l’occasione di rappresentanti di forze armate pubbliche e private (come mai non si era visto nel quartiere negli ultimi venti anni) che hanno reso impossibile la raccolta delle olive abbandonate. E qui viene svelata la vera faccia dello Stato, che si palesa tempestivamente quando si tratta di “tutelare l’ordine” di un privato contro il “dis-ordine” di una moltitudine, mentre è puntualmente assente quando c’è da rispondere a richieste o esigenze della collettività che i territori li vive, li percorre, li difende.
Una collettività che però stanca di aspettare e di lottare solo per il gusto della testimonianza, ha deciso di non arretrare: scacciando via i tutori dell’ordine econdividendo l’inizio di un percorso di liberazione e autodeterminazione, rilanciando la proposta di una “custodia sociale” della Valle dei Casali attraverso gli strumenti degli “usi civici” e delle “comunanze”.
Se è la Terra che ci dà cibo, aria e vita, da chi vogliamo che sia gestita? Da chi finora l’ha sfruttata, distrutta e avvelenata? Da chi la vuole svendere dopo averla cementificata? Oda chi quella stessa terra la vive, la cura e la difende?
In risposta a queste e altre domande, l’assemblea pubblica convocata sui terreni svenduti a profittatori e banche in seguito al fallimento della Federconsorzi, ha potuto approfondire e condividere i motivi per cui quasi cinquecento ettari di una Riserva Naturale Regionale, non siano accessibili alle famiglie del quartiere, decidendo quindi all’unanimità lacostituzione di un “presidio permanente popolare” che inizi a “custodire” quei terreni abbandonati, difendendoli da ulteriori speculazioni e cementificazioni. Prossima assemblea quindi convocata per la prima domenica di dicembre, in attesa della quale non mancheranno iniziative nella Valle, per approfondire (e praticare) la difesa del territorio, nuove alleanze comunitarie, proposte di progettazione partecipata, pratiche di lotte urbane e di agricolture contadine.
Perché quello che ci interessa praticare come terraRivolta è la costruzione di comunità capaci di determinare insieme il proprio futuro, ma soprattutto il presente del vivere il Territorio. Per fare ciò, siamo sempre più convinti che non sia più sufficiente il pubblico, come non serve né alla gente né alla terra il privato..E' necessario semplicemente il costruire "comune".
ARRIVEDERCI AL 7 DICEMBRE PER IL PRESIDIO DI CUSTODIA DELLA VALLE DEI CASALI - TERRA BENE COMUNE.
Firmato
Una Comunità che determina il proprio Futuro |
martedì 4 novembre 2014
rROMA.VALLE DEI CASALI NON SI TOCCA!!!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento