La grande provocazione è affondata in un fiasco dei colli romani. Il monumentale circo mediatico sollevato intorno all'investitura del nuovo aitante capo della destra aveva usato ogni mezzo: dall'insulto alla memoria della tradizione antifascista della capitale all'evocazione della calata dei Visigoti dal nord, dalla strumentalizzazione degli Esodati ai Forconi, dalle ruspe per i Rom alle gigantografie dei Maro'. Niente da fare. Il fenomeno Salvini, trasformato in pochi mesi da ciambella di salvataggio di un rigurgito politico in declino ad alfiere della cavalcata lepeniana alla conquista dell'Europa, non è riuscito a incendiare le praterie della capitale. Gli ha risposto una grande manifestazione colorata, ironica e consapevole che ha attraversato una città niente affatto impaurita dalle gabbie, dall'allarmismo mediatico, dalle provocazioni apertamente fasciste e dallo schieramento delle forze dell'ordine. Una gran bella giornata che ha detto con chiarezza che Roma resta una città aperta. La nostra galleria fotografica
A Campo de' Fiori, la piazza in cui era previsto si concludesse il corteo, tutta quella gente non c'entrava. Per questo, senza cadere in nessuna delle molte provocazioni allestite, arrivati a destinazione, gli antifascisti romani sono tornati indietro fino a Piazza Venezia, la piazza "giusta" per sciogliere una manifestazione determinata ma allegra e giocosa. Qui sotto il commento di chi l'ha promossa e le fotografie che Adamo Banelli e Delia Merola hanno scattato per Comune-info.
"Nella giornata di oggi oltre trentamila persone sono scese in piazza dietro lo striscione #maiconsalvini, in risposta all'appello lanciato dalla nostra campagna. Un percorso, quello che abbiamo costruito, che ha saputo valorizzare forme molteplici di partecipazione: dalla campagna sui social network alla conferenza stampa di mercoledì scorso, alla contestazione del segretario della Lega in Campidoglio, passando per i sanzionamenti alle sedi leghiste fino alla giornata di ieri.
Una campagna che ha dimostrato che la città di Roma rifiuta le retoriche razziste e xenofobe di chi, negli ultimi anni, ha fatto leva sulle paure di una popolazione vessata dalle politiche di austerity, di cui anche il governo Renzi è fedele interprete. Effettivamente Roma è scesa in piazza, ma non in piazza del Popolo, attraversando invece le vie del centro e scegliendo chiaramente da che parte stare. Gli unici che purtruppo non sono potuti essere in piazza con noi sono i quattro attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare, detenuti a Regina Coeli dopo le cariche indiscriminate a piazzale Flaminio dello scorso venerdì: a loro è andata tutta la solidarietà del corteo.
Mentre si consumava il flop della manifestazione nazionale “Noi Con Salvini” - con oltre duecento pullman dichiarati, giunti prevalentemente dal nord e con delegazioni della destra neofascista europea – Roma si è dimostrata un'altra volta Città Aperta, antirazzista e solidale. Alle celtiche di Salvini abbiamo opposto la forza dei numeri, frutto di una campagna virale e determinata, costruita nei quartieri e nelle periferie per oltre un mese.
Sappiamo bene che l'ascesa di Salvini a leader della destra italiana non si fermerà alla giornata di oggi, ma oggi ha incontrato il suo primo grande ostacolo. Grazie al patrimonio accumulato in questa campagna possiamo dire sin da subito che la provocazione del leader del Carroccio, di invitare Marie Le Pen nella prossima primavera, troverà decine di migliaia di persone pronte a respingerla.
Ringraziamo tutti quelli che hanno contribuito a questa campagna e tutti quelli che oggi sono scesi nella piazza giusta".
#MaiConSalvini
Foto gallery: fotografie di Adamo Banelli e Delia Merola per Comune-info
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domenica 1 marzo 2015
Salvini e i fiaschi romani
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