di Kika*
È la sera del 18 marzo 2015. Mi trovo a Contrada Lusci (in Salento ndr). Potrei essere in qualsiasi altra parte del mondo e invece no, sono qui. Due anni fa la decisione di tornare a vivere in questo luogo in modo diverso, con la Presenza del mio Essere a cercare uno spazio per la creazione di Bellezza, ma non questo il motivo. È stata una richiesta forte dalla Terra, dalla Madre Terra, da mia Madre. Le profondità del mio utero e del mio stomaco mi hanno urlato in silenzio la richiesta di tornare. I miei piedi si erano ammalati, le mie radici, perchè sradicati e nell'instabilità del tumulto cittadino non trovavano un equilibrio, un terreno per far crescere la mia chioma, affinchè desse frutti e profumi da regalare al vento. Mi sono posta in ascolto, ho sentito e ho mosso la mia vita affinchè mi portasse qui.
Non è stato facile tornare e trovare il buco enorme di una cava che sventra in continuazione la Terra, qui vicino casa, non è stato facile trovare le bottigliette di roundap (il diserbante più venduto al mondo, causa malformazioni genetiche, diffuso dalla Monsanto, ndr) appese agli Ulivi e la terra ai loro piedi trasformata in pavimenti di terra, non è stato facile e non lo è incontrare pneumatici, batterie, frigoriferi, fili elettrici e scarti edili, nonchè eternit qui nei campi vicino casa, non è facile sapere chei fumi dell'Ilva bruciano ancora, che Cerano avvelena il nostro cielo, che il cemento inquina i polmoni e calpesta la Terra.
Svariate volte mi chiedo perchè sono qui, perchè non vado a vivere in un posto più salutare. E la risposta la trovo nell'Amore. L'Amore per un luogo che mi ha accolta alla nascita e mi ha resa quella che sono. Non che poi ce ne siano molti di posti salutari al mondo. Che tristezza! Questa umanità pare ce la stia mettendo tutta per autodistruggersi e per avvelenare Gaya. Un'umanità che non vede la sua luce, non vede la sua bellezza, non sente la propria sensibilità, un'umanità uccisa dalla paura di sentire dolore. E allora ci si vende al migliore offerente, figlio dell'ombra e della cecità.
Scrivo questa sera perchè mi sento indignata, triste da un po' di giorni e alquanto desolata. Ieri io e Edo abbiamo visto un film che parla di un tempo vicinissimo in cui sul pianeta non cresce più nulla, lentamente ogni pianta muore e degli scienziati sono impegnati in una missione per trovare un altro pianeta abitabile dall'uomo. Mi è parso alquanto reale, non di fantascienza. Vogliamo aprire gli occhi? La frase che mi diceva sempre mia nonna da piccola e poi me la ripeteva mio papà in adolescenza quando uscivo da casa era: APRI L'OCCHI! E voi li volete aprire gli occhi? Per quanto ancora volete continuare a ingozzarvi di dipendenze per non vedere? Avete delle responsabilità ben più grandi di quella di portare i soldi a casa.
Tempo fa una nostra amica, un pò per gioco ci chiamava i
Custodi degli Alberi, per via della forte presenza di questi fratelli nella nostra vita. Oggi mi ritrovo a piangere in silenzio per questi miei fratelli.
Pare che li vogliano proprio tagliare questi Ulivi del Salento, anzi non solo gli Ulivi, tutti gli Alberi che portano segni di disseccamento. Non posso che pensare alla popolazione
Bisnoi, di cui 363 persone
si fecero uccidere per impedire al maraja indiano
di tagliare i loro Alberi Sacri di Keijiri. E ci riuscirono. Non mi auguro certo che qui ci sia violenza e brutalità. Mi auguro solo che le persone non si vendano per denaro o per minacce. Io difenderò i miei fratelli e mi auguro lo facciate tutti, ma so già che non sarà così. Ognuno agisce sulla base della sua consapevolezza. Spero che comunque saremo in tanti come
le donne del movimento Chipko indiano guidato da Vandana Shiva negli anni '70, ad
abbracciare i nostri fratelli alberi per proteggere la loro Vita. E se dovessero morire per mano di funghi o batteri sia la Natura a deciderlo,
non l'arroganza dell'uomo.
Delle considerazioni ci facevano pensare che, un tempo gli Ulivi fossero stati impiantati qui su ordine dell'impero romano. Perchè mai una monocultura così vasta? Una popolazione che vuole essere autosufficiente non fa di certo monoculture. Forse all'impero serviva tanto olio per accendere le lampade nei palazzi e nelle strade. E forse con la forza è stato imposto questo ordine alla popolazione locale. Chissà quale sacrificio è costato questo. E ora la ruota ha toccato lo stesso punto. Con forza l'impero vuole l'eradicazione di questi Alberi, divenuti custodi di questa terra, compagni di uomini, donne e bambini. Fratelli che partecipano nel quotidiano alla vita di tutti, non fosse dolo che per l'olio con cui tutti condiamo il nostro cibo. La storia si ripete, quello che è successo in altri luoghi del mondo sta per succedere qui. Una guerra batteriologica e mentale silente e minacciosa vuole cambiare il volto di questo luogo. E vuole mietere vittime. Migliaia di Ulivi, figli come me di Madre Terra, abitanti ancestrali di questo luogo.Davvero l'uomo è diventato così cieco? Uomo pensi di poter bastare a te stesso? Non percepisci più la tua scintilla divina? Tutte macchinazioni della mente messe in atto per far soldi. E quando basta tutto questo? E l'hanno giocata proprio bene questa carta dell'inganno xylella. Forza Essere Umano Risvegliati! La Primavera è qui per questo! Ora io mi appello all'Universo affinchè smuova un pò di coscienze, quelle giuste, quelle che possono decidere di revocare l'ordine di uccidere gli Alberi e di avvelenarli con veleni chimici. E in cuor mio sento il dolore di quanti tra le popolazioni indigene del pianeta, si sono visti imporre decisioni di morte e vergogna da chi veste giacche e cravatte. E mi dispiace per tutti quelli che dormono e non vedono. Mi dispiace per i miei fratelli del regno vegetale e per l'uomo che ancora non si sente figlio e fratello, ma padre-padrone dei suoi simili, degli animali, delle piante e di tutto il resto. Sappi uomo che la partita non finisce nel giorno della tua morte terrestre e che rimedierai con il tuo prezioso Tempo a ogni scelta che disonora il tuo Essere Divino.
* Kika vive con il suo compagno Edo nella Contrada Lusci, in Salento, "luogo di sperimentazione per l'autoproduzione del cibo, sapone, dentifricio, di energie rinnovabili - scrivono nel loro blog -, e di tutto ciò che ci permette di prenderci cura di noi, del nostro tempo, dell'ambiente in cui viviamo". Lusci viene da lusciare, che in dialetto salentino significa accarezzare.
DA LEGGERE
Donne e uomini, giovani e anziani, contadini e medici, artisti e persone comuni. È nato un popolo in Salento. È nato il popolo degli ulivi, che si ribella all’eradicazione, che si legherà ai tronchi millenari per impedirne la strage. C’è un popolo straordinario senza politici, che si appella alla propria intelligenza, alla propria passione, che rivendica il possesso della propria terra, che rifiuta la politica dell’emergenza, che sa che non c’è risarcimento possibile per un solo ulivo eradicato, che pretende studi e conoscenza, trasparenza e partecipazione. Che rifiuta qualsiasi intervento distruttivo che cambierà il volto del Salento. «Quista è casa mia, terra mia e lassu sempre aperta la porta»
DA FIRMARE
DA RICORDARE
I popoli del Mediterraneo
cominciarono ad uscire dalla barbarie
quando impararono a
coltivare l'olivo e la vite
Tucidide,V sec.a.C.
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