martedì 2 giugno 2015

la nostra parata

Per un attimo ho immaginato…

by JLC
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di Matteo Saudino*
Per un attimo ho immaginato di vivere in un Paese civile, democratico e autenticamente progressista. E ho immaginato che, per festeggiare la nascita della Repubblica e la fine di una delle monarchie più mediocri d'Europa, responsabile nel Novecento italiano della partecipazione a due guerre mondiali, dell'avvento del fascismo e delle leggi razziali, la classe politica di tale Paese organizzasse una colorata e pacifica parata di cittadine e cittadini con in mano la copia di una delle più belle costituzioni democratiche del pianeta, nata dalla lotta di liberazione dal nazi-fascismo e che mette al centro l'emancipazione e la dignità di ogni persona.
E ho ancora immaginato che alla testa di tale parata vi fossero migliaia di donne sorridenti e in marcia per ricordare a tutti, con orgoglio e speranza, che il 2 giugno del 1946 fu introdotto per la prima volta il suffragio universale femminile, tappa fondamentale nel superamento di una cultura e un potere maschilista, ancora imperante in molti angoli del mondo. E al fianco delle donne, ho immaginato un corteo di studenti e insegnanti in festa, perché il cuore di una Repubblica matura e democratica è dato, in primis, dalla ricchezza e dalla pluralità della sua scuola statale.
Poi ho acceso la tv... e ho smesso bruscamente di immaginare.
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Nella realtà, visto tristi uomini politici festeggiare e omaggiare la nascita della Repubblica italiana, assistendo au una sfilata di soldati armati, di mezzi blindati e di missili, degna di una decadente e pacchiana dittatura militare sudamericana.
Gli amuci e gli studenti me lo dicono spesso che devo limitare le mia fertile immaginazione, ma mi è difficile. ... sono un filosofo da quattro soldi. E per di più dell'acquario.

* docente di storia e filosofia a Torino
DA LEGGERE
FESTA DELLA REPUBBLICA. LA MIA PARATA
"Davanti metterei i bambini della scuola materna coi grembiuli a quadretti..., in mano i cestini della merenda. dietro di loro in fila per due quelli delle elementari, quadernoni, righelli, il sussidiario, degli atlanti, un mappamondo e il vocabolario. A seguire quelli delle medie, coi brufoli, il flauto traverso, ormoni che scappano dappertutto... i professori, la preside e anche un bel po’ di bidelli, i nonni che fanno attraversare i bambini davanti alla scuola... Dietro le mamme e i papà. quelli ansiosi e quelli rilassati... I ministri, i politici li lascerei ai lati della strada a guardarci, che vedano quanta fatica, quanta speranza, quanto futuro c’è in questo corteo e se ne ricordino quando devono scegliere se comprare un aereo da guerra o sistemare una scuola" (maestra Maria Grazia) L'ARTICOLO COMPLETO

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