giovedì 11 giugno 2015

l'università contro Renzi


L’università contro la scuola di Renzi

by JLC
lecce
A Lecce, in piazza contro la Buona scuola
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Vivalascuola ha presentato ottanta voci di docenti universitari a cui ha chiesto cinque righe sul disegno di legge sulla scuola in discussione al Senato, accompagnate da una riflessione di Giovanna Lo Presti (Non praevalebunt). Una raccolta di dichiarazioni in cui emerge la pluralità e varietà delle voci, tutte convergenti non tanto nella contrarietà alla “Buona Scuola” di Matteo Renzi, quanto nella difesa dei valori dell’istruzione e della formazione. Così, mentre la riforma non supera l’esame di costituzionalità in Senato, il presidente del consiglio, dopo aver unito il fronte sindacale, riesce anche nell’impresa di colmare il tradizionale scollamento tra scuola e università. In pochi giorni tanti docenti hanno risposto all'appello che lamentava la scarsa presenza dell’università nel dibattito sulla “riforma“. E il giudizio è pressoché unanime: questo disegno di legge vuole riportare quella che è stata una delle scuole migliori al mondo alle vergogne del Ventennio: gerarchia e autoritarismo. Con l’aggiunta delle vergogne dell’oggi: marketing, aziendalismo, svalutazione dell’istruzione.
I docenti universitari che vogliono aderire possono scrivere cinque righe a vivalascuola.appello@gmail.com.
Tra i docenti universitari che hanno aderito all'iniziativa ci sono Piero Bevilacqua e Luciano Gallino. Queste le loro dichiarazioni.
Sono contrario alla legge sulla “buona scuola” Essa evita di prendere in considerazione la più importante riforma di cui la scuola italiana avrebbe bisogno: uno stipendio decente per gli insegnanti. Con la figura del preside-manager, la cosiddetta “buona scuola” scardina i presupposti della scuola come comunità tra pari e affida a una figura terza un ruolo di supremazia che sottrae la valutazione del merito all’impersonalità dei curricula degli insegnanti e la consegna alla discrezionalità di un burocrate.
Piero Bevilacqua, docente di Storia Contemporanea, Università La Sapienza, Roma
La riforma del governo Renzi si fonda sul principio di rendere la scuola del tutto simile a un’azienda. È già in corso di applicazione in Germania, ad onta dei numerosi libri e saggi che la criticano duramente. È uno dei principi più stolidi e regressivi dell’ideologia neoliberale che predomina nell'Unione europea. È contro il pensiero critico – che le paginette della “Buona Scuola” osano nominare all’inizio come uno degli scopi di questa – contro le idee alla base della Costituzione, contro secoli di pedagogia civile. Serve a formare l’homo oeconomicus, non il cittadino. Bisogna denunciarne in tutte le sedi la sua intrinseca miseria. Intellettuale e politica.
Luciano Gallino, professore emerito di Sociologia, Università degli Studi, Torino

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