di Soana Tortora°
Scrive Euclides André Mance in “Organizzare reti solidali” (Ed. Edup, 2010):
“Nella prospettiva dell’economia solidale, la finalità dell’economia in quanto tale è assicurare le condizioni materiali del bem-viver (o buen vivir) delle persone e delle comunità. Non si tratta solo di produrre ricchezze. Esistono moltissime forme di produzione della ricchezza che aggrediscono gli ecosistemi e i tessuti sociali. E che, alla fine, pregiudicano il bem-viver delle persone e delle società".
Ma quando pensiamo alle condizioni materiali del bem-viver, non dobbiamo considerare soltanto la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, la loro disponibilità per il consumo e la risposta ai bisogni e ai desideri di ciascuno. Va anche tenuto conto dell’equilibrio degli ecosistemi e della riproduzione di relazioni sociali di produzione, distribuzione e consumo incentrate sulla giustizia e sulla promozione delle libertà tanto dei lavoratori quanto delle comunità coinvolte o toccate in qualche modo dall’attività economica.
“Intanto, a causa della cultura capitalista, che dà più valore all’accumulazione di ricchezza da parte di una piccola parte della società che alla promozione del bem-viver di tutte le persone e le società, il nostro mondo è precipitato in una crisi gigantesca di insostenibilità”.
Come è possibile, in questa situazione, assicurare “le condizioni materiali del bem-viver delle persone e delle comunità”? L’insostenibilità del sistema di accumulazione che il capitalismo - e, ancor più, la sua “evoluzione” neo-liberista – ha praticato e teorizzato si è disvelata da tempo ma, ciononostante, tutti si ostinano a continuare a parlare di crescita, di Pil, di prossima uscita dalla crisi, coscienti (o illusi?) che, al massimo, si potrà sperare in una piccola (e breve) ripresa congiunturale.
Anche coloro che da tempo stanno denunciando la necessità e l’urgenza di mutare i paradigmi stessi che governano la nostra vita economia e sociale, stentano però a formulare proposte di medio–lungo periodo che possano rappresentare un’alternativa credibile al modo con il quale siamo arrivati fin qui. Sempre più viene invocata una riconversione non solo economica, ma ecologica e sociale e si stanno diffondendo,anche in Italia, numerose pratiche di economia “altra” ma la strada si rivela lunga e piena di ostacoli. Primo, grande, ostacolo una cultura che sembra rendere intangibili e immodificabili – a partire da scuole e Università - alcuni modelli che riproducono, sempre uguali a se stessi – comportamenti totalmente subalterni a quello stesso sistema che intendiamo cambiare.
L’urgenza e la drammaticità della situazione richiede uno sforzo corale e inedito da parte di tutti quelli che invocano il cambiamento e che, magari, sono già impegnati nella ricerca teorica o nelle pratiche di "altra economia". Sappiamo bene che larga parte della ricchezza viene prodotta e accumulata attraverso i movimenti speculativi del capitale finanziario: su questo versante, movimenti impegnati a livello internazionale, oltre che nazionale, si stanno mobilitando con competenza e decisione. Accanto a ciò continuiamo ad invocare investimenti nella cosiddetta “economia reale” ma, se questa continua a produrre beni e servizi nella logica e con le modalità di organizzazione e di conduzione che abbiamo conosciuto fino ad ora - legate a criteri di competitività e di crescita piuttosto che improntate alla collaborazione e alla sostenibilità complessive - , questi eventuali investimenti non raggiungeranno mai gli effetti sperati.
Anche su questo piano ci pare che occorra uno sforzo che coniughi prassi e ricerca in “laboratori” permanenti che inizino il loro lavoro proprio a partire, magari, da imprese di piccole dimensioni o microimprese o comunque da attività economiche innovative e socialmente orientate.
Su questi nodi pure Solidarius Italia sta provando a dare il suo contributo anche attraverso una iniziativa che si svolgerà nei prossimi giorni sul tema: “Imprese e reti nell’economia solidale”. Sarà articolata in due incontri, cui parteciperà anche Euclides André Mance, antropologo e studioso brasiliano, co-fondatore della Rete Brasiliana di Economia Sociale e Solidale e della Rete Internazionale Solidarius.
Gli incontri si rivolgono a studenti, neo-laureati, operatori e imprenditori sociali, persone e imprenditori che aderiscono a iniziative di altra economia o a reti di economia solidale e a tutti coloro che, per lavoro o per interesse, intendano: approfondire conoscenze e strumenti nell’ambito dell’economia solidale e delle sue reti; confrontarsi con teorie ed esperienze di economia sociale e solidale a livello internazionale. Il lavoro comune dei due incontri si baserà sull’analisi di esperienze che “abitano” i nostri territori e attraverso un intenso lavoro interattivo tra i partecipanti e con i relatori, accompagnato anche dalla presenza di facilitatori.
Sabato 6 e Domenica 7 giugno: FARE IMPRESA SOLIDALE: dall’analisi di caso alla progettazione di impresa nell’economia solidalec/o Associazione Culturale “COME UN ALBERO”- Via Alessandria, 159 (in fondo al vicolo privato)Sabato 6: dalle 14,30 alle 19 // Domenica 7: dalle 10,00 alle 19Sabato 27 giugno: FILIERE E RETI NELL’ECONOMIA SOLIDALEc/o Cooperativa sociale PARSEC FLOR/PARSEC AgriCultura, Via della Marcigliana, 532Dalle 9,30 alle 19I due incontri fanno parte di un'unica proposta ma in caso di indisponibilità sono fruibili separatamente.Per iscriversi inviare il proprio nominativo e i propri recapiti (completi di indirizzo e telefono) a: info@solidariusitalia.it. Al momento dell’iscrizione ai partecipanti sarà inviato un programma più dettagliato e materiale di documentazione.Su richiesta Solidarius Italia rilascerà un attestato di partecipazioneScarica qui il volantino e il programma dei due incontri, nonché laScheda_iscrizione_partecipanti.Per ulteriori richieste e informazioni:e-mail info@solidariusitalia.it e/o al numero 3483361685. |
venerdì 5 giugno 2015
organizzare una economia solidale
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