lunedì 23 marzo 2015

le lotte di ogni giorno

L’utopia delle lotte di ogni giorno

by Citta invisibile
Mural di due giovani artisti statunitensi, "Icy" e "Sot", New York: foto tratta da streetartnyc.org

di Alain Goussot*
Di fronte all'attacco esplicito a tutto il sistema dei diritti umani - diritti sociali, diritto ad un lavoro dignitoso per una vita dignitosa, diritto a curarsi, diritto ad essere assistito, diritto all'istruzione, diritto a partecipare alle scelte collettive e a fare vivere la democrazia e la la sua essenza pluralistica, diritti civili e eguaglianza a prescindere dalle origini sociali o etnico-culturali - condotto dagli ambienti finanziari e dei suoi esecutori servili come l'attuale governo italiano, sembra che non ci sia nulla da fare e che i potenti, i governi addomesticati agli interessi dei gruppi multinazionali della finanza e delle banche, possono decidere e fare quello che vogliono. Al cittadino rimarrebbe solo da piegarsi e da accontentarsi della nuova servitù che sta configurando il neoliberismo e i suoi paladini nella politica e nei media.
Sembrerebbe che il caso greco, dopo la vittoria di Syriza e della sinistra antiliberista (qui un'analisi molto interessante di Theodoros KaryotisI movimenti sociali e il governo di Syrizandr) che si deve piegare ai diktat della troika per non affamare il popolo (nessuno s'indigna di fronte alla violenza praticata dalle banche e dalla Banca centrale europea verso il popolo greco minacciato di morte), confermi effettivamente la tesi che non c'è nulla da fare. Eppure le cose non sono così semplici e lineari come lo vorrebbero i "cani da guardia", per usare l'espressione dello scrittore francese Paul Nizan, dell'aristocrazia finanziaria che sta dominando.
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Nella vita quotidiana c'è molta rassegnazione ma c'è anche tanta gente che continua a lottare, a resistere, ad organizzarsi in modo autenticamente cooperativo, e a sperare: ogni giorno nelle scuole devastate dalle politiche di austerità governative nonché dal progetto esplicito di non educare al pensiero vi sono insegnanti che trasmettono calore e speranza, nei quartieri delle città degradate dall'assenza di politiche sociali, culturali e dalla povertà vi sono cittadine e cittadini che si organizzano per combattere la barbarie che avanza (con le spinte all'intolleranza e al razzismo), nel mondo del lavoro pubblico e privato ci sono tante lavoratrici e lavoratori che fanno il loro lavoro con onestà e si oppongono allo sfruttamento.
Insomma l'utopia di una società più giusta e umana, fatta di eguaglianza e solidarietà pulsa nella coscienza e il cuore di tante cittadine e di tanti cittadini, e si materializza ogni giorno nelle loro pratiche.
L'anomia, come Émile Durkheim chiamava l'assenza di valori, dei governi, a cominciare da quello italiano attuale, scozza con la testarda resistenza etica di milioni di donne e di uomini che continuano a sperare e a praticare nelle loro vite l'utopia concreta che ha segnato in diversi momenti la storia dell'umanità da Socrate in poi. Le classi dominanti lo sanno e temono un nuovo Rinascimento e il risveglio delle coscienze.
La speranza non è morta.

* Alain Goussot è docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna. Pedagogista, educatore, filosofo e storico, collaboratore di diverse riviste, attento alle problematiche dell’educazione e del suo rapporto con la dimensione etico-politica, privilegia un approccio complementaristico e interdisciplinare (pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia e storia). Ha pubblicato: La scuola nella vita. Il pensiero pedagogico di Ovide Decroly (Erickson); Epistemologia, tappe costitutive e metodi della pedagogia speciale (Aracneeditrice); L’approccio transculturale di Georges Devereux(Aracneeditrice); Bambini «stranieri» con bisogni speciali (Aracneeditrice); Pedagogie dell’uguaglianza (Edizioni del Rosone). Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone, 2014).

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